Stefano Rufo, chef molisano della Locanda Belvedere a Rocchetta Voltuno. Volto noto agli appassionati de La prova del cuoco per aver rappresentato egregiamente la sua regione. Ha ereditato la passione per la cucina dalla mamma Anna Iannetta, così come l’amore per gli ingredienti della tradizione molisana, che lui utilizza rivisitati in chiave moderna
RISPOSTA: La mia storia è iniziata nella cucina di casa, quando stavo vicino a mia mamma e l’aiutavo nella preparazione di pranzi e cene. Questa passione l’ho coltivata anche negli studi nell’istituto alberghiero di Roccaraso, dove mi sono specializzato in cucina e pasticceria e dove ho conseguito il titolo di food and beverage manager. Terminati gli studi ho iniziato subito a lavorare in diverse strutture in tutta talia, ricoprendo quasi tutte le mansioni della ristorazione. L’esperienza più bella e formativa l’ho vissuta al Rossellinis di Ravello (1 stella michelin): avevo poco più di 18 anni ed entrare in un luogo così prestigioso per il mondo della ristorazione è stato per me un grande onore e soprattutto un grande insegnamento.
RISPOSTA: E’ stata anche la prima e l’ho ricevuta da mia nonna , avevo 8 anni ma ricordo ancora oggi quella sensazione di mettere le mani in pasta per preparare i ravioli. Quel giorno ho capito che il mio sogno era quello di aprire un ristorante e di continuare a sentire ogni giorno que brivido di piacere provato proprio quella prima volta in cui misi le mani in pasta!
RISPOSTA: la mia cucina è sicuramente tradizionale, innovativa, ricercata.
RISPOSTA: Si, io mi sento molto rispettoso delle tradizioni locali, anche perchè le ho imparate in casa dalla mia famiglia. Nella mia cucina vengono riviste in chiave moderna con particolare attenzione alla ricerca delle materie prime di qualità, anche qui innovazione unita a tradizione, perchè tutte sono provenienti della mia terra.
RISPOSTA: Cerco serietà, rispetto, capacità e sintonia, perchè in cucina ci si deve capire al volo!
RISPOSTA: Mi aspetto e spero di risalire sul palco. L’anno scorso non credevo di essere premiato tra i migliori 100 ristoranti d’Italia tramite le recensioni sul web dai miei clienti, e ancora non ci credo in effetti! Il Mio Molise è ancora poco conosciuto e mediaticamente poco forte, e quindi è stato un successo. L’esperienza di quest’anno la vivo al meglio, credo in questo progetto e l’ho sposato a 360°.
RISPOSTA: Non me la sento di dire perché dovrei essere io a vincere. Se dovessi essere premiato, vivrei un enorme piacere e sarà un onore tenere alta la bandiera molisana, ma deve essere il web ad elogiarmi per i miei piatti e non per il mio eloquio.
RISPOSTA: Al giorno di oggi la sala è importante tanto quanto la cucina, perché nel momento in cui prepari un piatto e lo servi al cliente, ecco in quel momento ti giochi tutto: se si porta un piatto col sorriso ma soprattutto spiegando cosa si porta, il piatto assume ancora più valore, e tu come rstorante acquisisci dei punti aggiuntivi. Come ristorante, cioè cucina più sala!
Da quando ho vinto la Finale della Prova del Cuoco della Rubrica del Campanile, tra tutte le regioni d’Italia, ho cambiato il mio atteggiamento: sono molto più presente in sala per omaggiare i miei avventori che fanno tanta strada per venirmi a conoscere e sostenere. Perchè è grazie a chi si siede in sala che ho potuto raggiungere certe soddisfazioni!
RISPOSTA: come Maestro sicuramnete Gualtiero Marchesi perché ha portato innovazione nei piatti della cucina italiana rivisitandoli in una maniera più moderna. Un altro altro cuoco che mi è sempre piaciuto è Gianfranco Vissani perché essendo stato uno dei primi chef ad entrare nella nostre case tramite la televisione, sono un po’ crescuto anche con i suoi piatti e i suoi abbinamenti quasi “trasgressivi”.
RISPOSTA: Sarei certamente il FILETTO MOLISE, con cui ho vinto La prova del Cuoco.