Bollicine d’eccezione a Canelli fra le feste di Natale e Capodanno!
“Queste feste saranno l’occasione per continuare a diffondere il piacere del brindisi “made in Italy” e per ricordare che nel 1865, proprio a Canelli, venne prodotto il primo spumante italiano».
Ed ora un pochino di storia!
Canelli è da sempre punto di riferimento per il Metodo Classico.
Qui, nelle Cattedrali Sotterranee, oggi Patrimonio dell’Umanità Unesco, oltre 150 anni fa è nato il primo spumante italiano. Non un semplice ricordo, ma una tradizione che oggi si traduce in spumante di alta qualità, lavorato a mano e lasciato riposare almeno tre anni nelle cantine storiche: una produzione di nicchia eccellente, che a livello nazionale raggiunge i 40 milioni di bottiglie all’anno, secondo gli ultimi dati del Terzo Forum Nazionale sul Metodo Classico, ospitato quest’anno nelle Cattedrali sotterranee Bosca.
Nacque in Francia all’inizio dell’Ottocento, la moda di bere vini frizzanti e dolci, nella zona denominata “Champagne”, dove fin dalla metà del XVII° secolo si erano sviluppate le prime tecniche di spumantizzazione. Fu poi verso la metà dell’Ottocento che questa moda conobbe notorietà anche al di fuori di Francia ed Inghilterra (ove inizialmente era consumato), cominciando ad attrarre così i produttori piemontesi.
Intanto in Piemonte, da secoli, si commercializzava il Moscato che, per l’alto grado di contenuti zuccherini, aveva la tendenza a rifermentare naturalmente e diventare leggermente frizzante. L’uva Moscato a differenza delle uve Pinot, utilizzate come base dello Champagne, non necessitava infatti di essere modificata e addolcita con lo zucchero, facilitando così le lunghe e travagliate fasi di produzione. La fermentazione del Moscato, molto lunga, permetteva al vino di sopportare anche lunghi trasporti e di essere commercializzato anche in altri territori, soprattutto in Francia.
Una caratteristica che non passò inosservata ai produttori dell’epoca, che intensificarono le sperimentazioni per produrre con il Moscato un vino con caratteristiche simili allo Champagne. L’occasione era ghiotta per i produttori piemontesi: da un lato c’era abbondanza di uve Moscato e dall’altro il mercato chiedeva vino frizzante.
Fu proprio questo il momento in cui divenne di fondamentale importanza un gruppo di pionieri che seppero elevarsi a ruolo di “moderni imprenditori”. I precursori della moderna industria piemontese, i primi pionieri imprenditori subalpini, non tardarono a collocarsi nelle zone dove esisteva, seppur ancora frammista ad altri tipi di vitigno, l’uva adatta al nuovo tipo di produzioni. E proprio nella zona di Canelli e del suo circondario a partire dal primo Ottocento, si nota un’esplosione di opifici e cantine che si adattano a moderne strutture industriali.
Fra i capostipiti delle dinastie dello Spumante, si annoverano così i nomi canellesi di Martini, Gancia, Cinzano, Cora, Bosca, Contratto, che sembrano cogliere con largo anticipo e con audacia i segnali delle grandi trasformazioni, sviluppando le attività famigliari in direzione di modelli a carattere industriale, che arrivano fino a oggi.
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Il resto della storia e dei sapori direttamente a Canelli!
ph credit Mattia Marinolli
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