Comunicare il food dopo l’anno pandemico: la voce alle Donne

Anno difficile per tutti e per il settore food nello specifico.

Tutti parlano di ristoratori, ma c’è un mondo dietro, o di fianco, che si occupa di comunicare questo settore….quanto ha lavorato, e come si è adattato questo mondo alle “nuove regole”?

Una delle cose che è cambiata maggiormente nell’anno horribilis del Covid è stato il “settore food”.

E qui ci vuole una specifica, perché queste parole “settore food” includono tanti elementi, tante persone, tante sfaccettature.

E’ cambiata la ristorazione, settore colpito molto più di altri, per le norme iniziali, per le continue chiusure e riaperture a singhiozzo, più dannose che altro…

E’ cambiato il rapporto con il cibo e con la cucina di tutti noi, un po’ perché ci si è ritrovati a vivere la casa in modo totale e costante, un po’ perché per passare il tempo ci si è improvvisati (alcuni a livello altamente professionale!) cuochi, pasticceri, panificatori.

E’ cambiato anche il modo di comunicare il cibo.

Ecco, è cambiato la comunicazione del cibo, del vino, dello stare a tavola (al ristorante si intende!). E su questo aspetto abbiamo voluto concentrare la nostra attenzione, ascoltando la voce di chi segue questo settore, di chi si occupa di comunicare in ambito food&wine. Abbiamo voluto dare voce alle Donne di questo settore, per capire come sia presente la percezione femminile a livello professionale in un mondo popolato da una percentuale maggiore di uomini (chef, produttori, pasticceri…). Tanti studi riportano con evidenza che “La comunicazione è donna” perchè in questo settore la capacità di relazione e l’empatia sono variabili vincenti e, difficile negarlo, innate nell’universo femminile. Secondo Alessandra Mazzei, direttrice del CERC:

“la comunicazione è diventata parte integrante delle strategie di risposta alla crisi adottate dalle aziende e rispetto al 2019 si è rafforzato in modo molto rilevante il contributo dei manager di questa funzione alla definizione delle strategie di business”.

Questo soprattutto per quanto riguarda la comunicazione interna aziendale. E cosa succede per chi deve comunicare realtà come ristoranti, hotel con ristorazione, chef stellati o non stellati, cuochi, produttori, pizzerie..?

Il tema pratico al momento è: chi rimarrà aperto?

E poi a seguire: come cambierà la clientela, se diminuirà quella di passaggio, se il delivery continuerà costante, se riprenderanno le prenotazioni fisse… Al di là di questioni pratiche e burocratiche, dietro il lavoro che si porta avanti e che continua ad avere successo c’è un fattore umano, e in particolare una forte leadership. E’ interessante un passaggio di Dino Ameduini, docente all’Università di Perugia proprio sulla leadership:

“Le leadership che funzionano oggi, che funzionavano già ieri (ma a volte si faceva finta di niente) e che potrebbero funzionare ancora meglio domani sono quelle che basano la loro autorevolezza sull’assunzione di responsabilità, sulla cooperazione, sulla ricerca di un orizzonte condiviso a lungo termine e sull’uso delle emozioni, meglio se positive. E, in definitiva, su un rapporto di lealtà con la comunità di cui si vuole essere leader. Autorità e autorevolezza possono continuare a restare nello stesso posto solo se si coltivano queste virtù”

Interessante e focale il passaggio “un rapporto di lealtà con la comunità di cui si vuole essere leader”.  E  oggi è davvero necessario che i ristoratori e chi lavora nel cibo faccia sentire la propria posizione e la propria voce in ambito di sicurezza: quanto è importante la sicurezza di chi lavora con loro? Quanta importanza si da alle persone che lavorano in ambito sanitario? (Vedi gli aiuti forniti a ospedali e a personale sanitario). Come si sta facendo rete tra colleghi? E poi è importante saper comunicare queste azioni, questi fatti. Il ristorante diventa sempre più un luogo di cultura oltre che di incontro. E lo si vede con il delivery: piace chi insegna ricreare i piatti a casa, chi si fa presente nella vita del cliente, chi vende i prodotti dei propri fornitori coinvolgendo i clienti nella propria filiera.

Insomma ha successo chi in parte si diversifica, amplia contenuti e servizi.

Un grande formatore ha scritto che:

il ristorante di domani sarà un posto dove arrivare e da cui partire.

Un viaggio culinario in un momento in cui è difficile fare viaggi più ampi.

E allora appunto sarà importante comunicare tutte questi aspetti, affiancare ristoranti e aziende in questo cammino sempre più diversificato o comunque in cambiamento. E il lavoro maggiore spetta a chi questa comunicazione la segue, la realizza, la adatta e la inventa. Ecco le risposte di alcune donne che lavorano in Italia in questo tanto affascinante quanto complesso mondo (dichiarazioni in ordine alfabetico sul nome delle intervistate), e che ringraziamo per il contributo fornito:

  1. Delia Facchini, PR Director Grand Hotel Tremezzo e Comunicazione Kitchen di Como
  2. Flaviana Facchini, Managing Director Flaviana Facchini Relazioni Pubbliche
  3. Laura Gobbi, Marketing esperienziale & comunicazione strategica
  4. Sara Biondi, CEO NewsEventicomo Relazioni Pubbliche Consulting
  5. Teresa Onorato, Founder di Honor Consulting
  6. Silvia Scrofani, Senior Communication Specialist di Action Agency
  7. …. (in aggiornamento)

 

1- Delia Facchini, PR Director Grand Hotel Tremezzo e Comunicazione Kitchen di Como

“La situazione attuale di totale incertezza, ci ha portato a rivedere la strategia, trasformando il limite in opportunità, concentrandoci su nuovi progetti di rilancio. Per esempio per il neostellato ristorante Kitchen, immerso in un parco privato, abbiamo puntato alla valorizzazione dell’orto dello Chef.  L’orto così diventa uno spazio da visitare e da vivere, arricchito di ortaggi ed erbe aromatiche utilizzati per creare piatti gourmet ispirati alla tradizione, con la continua e costante ricerca della qualità della materia prima. Dopo il lungo periodo di isolamento in attesa della riapertura, credo faccia la differenza mangiar bene in un luogo in cui poter vivere anche un’ esperienza psicofisica di benessere”.

2- Flaviana Facchini, Managing Director Flaviana Facchini Relazioni Pubbliche

“La pandemia ci ha messo nelle condizioni di riflettere sulla comunicazione, sulle sue prospettive, sulle strategie e sulle azioni più efficaci. Oggi è fondamentale essere di supporto al cliente: avere un approccio consulenziale, nel definire le attività più opportune in termini di relazioni pubbliche, intervenendo in modo immediato, e anche cambiando la strategia in modo repentino, se necessario. Per il mondo food&wine, abbiamo messo a punto un nuovo programma di pubbliche relazioni “PR for Restarting in 2021″ con azioni mirate sempre più orientate a un mix tra comunicazione tradizionale e influencer marketing, da attivare ad hoc, anche per chi si affaccia per la prima volta al mondo della comunicazione”.

3- Laura Gobbi, Marketing esperienziale & comunicazione strategica

“Personalmente ho vissuto molto bene il periodo. A parte la prima settimana di marzo che ero disorientata e stordita, il seguito è stato un crescendo.

il percorso personale e l’approccio lavorativo per me sono state discriminanti fondamentali. Chi nella vita è caduto e si è fatto male, ha un tempo di reazione rapido per trovare soluzioni. L’istinto di sopravvivenza e l’attaccamento alla vita sono i migliori maestri. L’etica, gli anni di lavoro, la serietà e la concretezza hanno fatto il resto, ampliando inaspettatamente il mio portfolio clienti.

Nel mondo della comunicazione del cibo tutto è cambiato. il modo di concepire la ristorazione e di conseguenza comunicarla ha subito un profondo cambiamento, soprattutto quello che viene da dentro. Ha smosso le coscienze ed è andato a toccare angoli molto profondi.  In entrambi i casi, regge chi è strutturato. Chi non si è inventato ma ha sempre fatto impresa in cucina, come per chi comunica e ha sempre lavorato in questo settore, non arrivandoci solo perché è di moda e fa cool farsi la foto con lo chef.

Credo, anzi, mi auguro, che questa “Krisis”, questa rivoluzione la potremo gustare nei piatti di coloro che hanno avuto la lungimiranza di lavorare in un nuovo percorso creativo. Personalmente mi sono resa conto che ho bisogno di “freschezza” di idee, ultimamente,  tranne qualche eccezione, trovavo tutto un po’ uniformato, ruffiano e lezioso.

Per quanto riguarda il futuro nella comunicazione del cibo, è fondamentale ascoltare, annusare, gustare, leggere e introiettare il tempo.  Etica e umiltà faranno il resto, come lo hanno sempre fatto”.

4- Sara Biondi, CEO NewsEventicomo Relazioni Pubbliche Consulting

“La comunicazione è cambiata o meglio sono cambiate le strategie da seguire nello sviluppo di piani di comunicazione e di marketing sul Cliente. Occorre mettere in campo tutti gli strumenti online e offline possibili per poter permettere al cliente Brand di posizionarsi sul Mercato e di mantenere una notiziabilità della sua filosofia e valori.

Il mio studio NewsEventicomo Relazioni Pubbliche Consulting attua strategie di comunicazione emozionale e di Human marketing sostenendo l’importanza di una Personalizzazione delle strategie di comunicazione ad hoc sul Cliente (progetti tailor made) e di differenziazione dei servizi. Ad ogni cliente la sua comunicazione.

I clienti dello studio sono protagonisti di progetti ad hoc che vengono creati rispettando la filosofia e gli obiettivi dell’azienda. In questo momento il cliente deve mostrarsi “umano” e sopratutto vero e coerente.

Si parla di consapevolezza aziendale e di “trust”, cioè la fiducia. Il brand deve essere partecipavo, deve creare connessioni sopratutto in rete e mostrarsi per quello che è realmente. Da qui lo Human Marketing: mostriamoci pet come siamo, fragili o ironici. Mettiamoci in gioco.

Nei miei settori che sono la Ristorazione e l’ospitalità bisogna trovare nuove strategie nuovi servizi nuove connessioni e link con il consumatore. Il tutto basato su emozioni ed esperienze intense che fanno leva sulla multisensorialità. Così facendo fidelli il cliente lo rendi partecipe di una progettualità fatta di emozioni.

Una comunicazione trasparente veritiera concreta e di sostanza. Basta finzioni ghirigori. Niente fumo da veicolare. Il consumatore è sempre più informato esigente e consapevole di ciò che vuole e non vuole. No a una comunicazione standardizzata. Ogni cliente è un unicum e quindi ogni cliente ESIGE una progettualità costruita su di lui. Sartoriale. Unica. Che lo Differenzia dai suoi competitors”.

5- Teresa Onorato, Founder di Honor Consulting

“La comunicazione del settore food&wine ha assunto negli ultimi mesi un ruolo ancora più fondamentale. L’identità di ogni realtà ha potuto esprimersi purtroppo solo attraverso i canali digitali e molte aziende che non ritenevano essenziale sviluppare un piano di marketing hanno dovuto far fronte a questa esigenza. E’ il momento di rivedere la propria immagine per tornare ad accogliere i propri clienti con novità e nuove vesti.

Per chi come me gestisce un’agenzia di comunicazione la vera sfida di ogni giorno è affrontare l’emergenza in termini di contenuti e tempi. Gli esperti di comunicazione programmano, sviluppano, gestiscono e finalizzano. Come possiamo fare tutto ciò con nuove disposizioni quotidiane? Chiusure, aperture, di nuovo chiusure.

Il nostro lavoro si è evoluto, è importante sapere certo comunicare ma dobbiamo affiancare i nostri clienti su ogni aspetto (menu, pricing, fornitori, analisi dei competitor, packaging…). Inutile dire che il lato umano è quello fondamentale in qualsiasi tipo di rapporto lavorativo. Oggi le aziende hanno l’esigenza non solo di avere consulenti competenti, ma persone che possano comprendere il periodo che stiamo attraversando, proponendo alternative, nuove strategie, nuovi business (uno su tutti il delivery)  e farlo con cognizione di causa è un nostro dovere.

Essere imprenditrice donna a capo di un’agenzia di comunicazione specializzata nel settore è sicuramente un vantaggio. Le donne amano il cibo e ne sanno cogliere la piacevolezza estetica. Il delivery, per esempio, deve proporre specialità gradevoli di gusto ma anche l’occhio vuole la sua parte.

Studiare come si muove il mercato è una parte fondamentale del nostro lavoro. Se vogliamo davvero supportare i nostri clienti non possiamo pensare di non continuare giorno per giorno a conoscere ogni aspetto del mercato di riferimento.

Come vedo il futuro? Spero ovviamente che questa situazione di instabilità possa terminare il prima possibile, ma credo anche che ci abbia insegnato molto. Dopo questa onda anomala, sicuramente torneremo a galla più forti!”

6- Silvia Scrofani, Senior Communication Specialist di Action Agency

“La pandemia e i mesi del lockdown ci hanno portato a ripensare in chiave digitale strategie, contenuti e piattaforme di comunicazione, per un settore, come quello enogastronomico, che vive da sempre di convivialità, incontri ed esperienze. É scattata così la sfida della comunicazione “in sicurezza”: nessun evento in presenza né viaggio stampa o intervista. Uno scenario del tutto inaspettato, che ci ha imposto di reinventare in modo creativo un mix di strumenti in grado di garantire continuità e fluidità alla comunicazione nel modo più empatico ed efficace possibile. Video Chat, Podcasting, fino al concept di vere e proprie location virtuali di incontro e confronto: una formula vincente, premiata dal riscontro di clienti e giornalisti, che hanno apprezzato la capacità della nostra Agenzia di anticipare i trend del cambiamento, diventando una vera Factory di linguaggi innovativi. 

Abbiamo puntato su uno storytelling emozionale, che desse risalto all’identità distintiva, alla storia e al Dna di valori che rendono unici i Brand e la Visione dei nostri clienti. Interviste a tema, case study, hanno riportato in primo piano il ruolo dei portavoce delle aziende e degli Chef nel segno di un ritorno all’autenticità delle origini che ha bypassato con forza le barriere digitali. Il risultato? Abbiamo consolidato relazioni e messo in luce nuove opportunità, nuovi possibili “incastri” e sinergie. Fra i temi al centro della nostra comunicazione le nuove formule di servizio al cliente, dal delivery alle App, fino allo sviluppo sempre più deciso delle vendite online e della digitalizzazione.

Guardiamo al 2021 con la convinzione che riaprire e rilanciare il Business non basterà: davanti a una clientela sempre più esigente, anche se fidelizzata, i nostri clienti dovranno reinventarsi e con loro la nostra strategia e il flusso di comunicazione verso i giornalisti e il consumatore finale”.

  Punti di vista con sfaccetature diverse in base alle strategie e al settore specifico seguito, ma con un comune denominatore di passione e amore per il proprio lavoro e per il settore del cibo, tanto bisfrattato in questi ultimi mesi, quanto ricco di possibilità e alternative.

In Italia in particolare data la vastità di cucine, prodotti, culture regionali e non solo!

A tutte auguriamo un ottimo lavoro nel loro settore, che siamo certi avrà una ricrescita anche grazie alla loro capacità di creare e cogliere opportunità comunicative!