Italian Taste Summit: imparare a vendere il vino con cervello!

Andrà in scena il 13 e 14 aprile la quinta edizione di Italian Taste Summit.

L’evento b2b internazionale dedicato al mondo del vino Made in Italy e alle tematiche di neurosellinglegate alle cantine.

Oltre cinquanta case vitivinicole italiane e altrettanti buyers provenienti da tutto il mondo parteciperanno all’appuntamento nato da un’idea della “donna del vino” Joanna Miro per valorizzare e aumentare la percezione del brand di cantine d’eccellenza, diverse per provenienza geografica e dimensioni ma accomunate dal profondo legame con il proprio terroir e le sue tradizioni.

La due giorni di incontri, seminari e degustazioni – affiancata per la prima volta quest’anno da Crédit Agricole FriulAdria, un partner bancario specializzato nei servizi alle filiere vitivinicole – si svolgerà a pochi chilometri da Verona, proprio nei giorni di Vinitaly.

Esattamente tra due cantine storiche del Garda e della Valpolicella, Masi Tenuta Canova e le Possessioni Serego Alighieri.

L’evento si aprirà il 13 mattina con il Summit “Enologia e Neuroselling: dalla scienza moderna le nuove vie per la qualità della tipicità territoriale e della sua promo in Export”.

Verranno svelati i componenti del terroir che generano davvero l’identità di un vino e le tecniche di vendita e comunicazione basate sulle ultime ricerche in campo neuroscientifico.

Come ci racconta Joanna Miro, AD del Gruppo Wine Global Aspect e organizzatrice dell’evento, questa tematica è n anatural conseguenza di quella trattata nlla scorsa edizione di Italian Taste Summit.

Si era parlato di Experience Design, la creazione dei percorsi esperienziali dedicati ai consumatori, una tendenza accelerata dalla pandemia e indispensabile nell’era post Covid, dove il cliente diviene parte integrante dell’azienda stessa.

E prodotto e sua comunicazione sono i due punti focali dell’edizione 2022, strettamente connessi l’uno all’altro.

Joanna ci chiarisce:

“Secondo le più recenti ricerche enologiche l’ espressione del terroir di un vino non è presente nell’uva ma è da addebitare esclusivamente al complesso processo tecnologico-vitivinicolo condotto dall’ uomo.

Se il prodotto è l’agire razionale non lo sono affatto i fattori alla base della sua comunicazione.

Le ricerche in neuromarketing hanno dimostrato che l’ 85% delle nostre decisioni di acquisto sono subconscie, dettate dal cervello primitivo (rettile) e dalle nostre emozioni.

Un’ azienda vitivinicola, al pari di altre aziende commerciali, deve essere in grado di avvalersi delle tecniche di neuroselling, di utilizzare in modo consapevole i canali sensitivi per comunicare i vantaggi del prodotto come grande soluzione al ‘problema scelta e acquisto’ del consumatore.

Consapevoli di questo, potrebbe essere interessante rivdere o analizzare sotto una luce diversa  le classiche schede tecniche che le aziend inviano ai buyer e ai consumatori.”

Ad approfondire queste tematiche saranno due tra i maggiori esperti di Enologia e di Neuromarketing e Neuroselling:

  • il professor Maurizio Ugliano, docente di Tecnologie e processi enologici e Wine Identity and Typicality presso l’Università degli Studi di Verona, che racconterà e dimostrerà dal vivo gli ultimi sviluppi della ricerca sugli aspetti legati alle caratteristiche di identità, tipicità e terroir di un vino.
  • il professor Vincenzo Russo, docente di Neuromarketing all’università IULM di Milano, che racconterà di quanto il neuromarketing da una parte e le tecniche di neuroselling dall’altro permettano di ‘raffinare’ la comunicazione e rendere più persuasivo il messaggio.

Il Summit diventa così un’occasione per conoscere approfonditamente le migliori strategie di comunicazione e promozione di un vino, avendo in mano le soluzioni di neuroselling e di tecniche di vendita secondo i più recenti modelli neuroscientifici della contrattazione.

Degna conclusione della mattinata sarà il Bubble Party Gala, naturalmente accompagnato da bollicine, firmato dal giovane Giacomo Sacchetto, bi stellato (stella più stella verde) nel suo La Cru di Grezzana, a una ventina di chilometri da Verona.

Uno chef dalla filosofia in linea con i valori di Italian Taste Summit, basata sull’amore e rispetto per il territorio e per i suoi prodotti.

Un evento da non perdere, per imparare a vendere il vino, comunicandolo al cervello oltre che al palato!