Sono le storie che accompagnano i prodotti realizzati in carcere, prodotti buoni, come il “pane buono” del carcere di Opera, i panettoni del carcere di Bergamo o la cioccolata di quello di Busto Arsizio.
Si, perché da tempo nelle case di reclusione italiane si fanno attività lavorative di diverso genere, per dare un futuro (e anche un presente) a chi ha sbagliato e si trova a pagare una pena.
E molte di queste attività lavorative sono proprio incentrate sul cibo.
E lo sappiamo bene noi, che abbiamo dato il via al progetto Storie di cibo dietro le sbarre.
E’ stato fondato da cooperative sociali che lavorano nelle carceri lombarde di San Vittore, Milano-Opera, Bollate, Monza e nasce da un’intuizione del Comune di Milano, nello specifico dell’Assessorato alle politiche del Lavoro.
200 mq e 5 vetrine su strada messi a disposizione dal Comune di Milano dal lontano 2013. Ma non parte da quella data il progetto, perchè ancora prima esisteva un “negozio” in via Bottego, zona Crescenzago, dove però l’area troppo periferica e l’assenza di vetrine su strada rendeva difficoltoso il far conoscere sia alla cittadinanza che alle imprese quanto prodotto dai carcerati.
Dopo 24 anni di detenzione ora lavora al Consorzio Vialedeimille con regolare contratto e ogni giorno racconta l’inusuale filiera dei prodotti in vendita con una tale passione che molti clienti ritornano anche solo per salutarlo.
Ci sono anche casi come Sebastiano, che ogni mattina esce dal carcere di Milano-Opera e va al Consorzio a lavorare nel nuovo reparto panetteria grazie all’articolo 21, una sorta di beneficio concesso dal direttore dell’Istituto di pena, che consiste nella possibilità di uscire dal carcere per svolgere un’attività lavorativa, e poi rientrare per la notte.
All’ingresso un banco panetteria accoglie i clienti con pane fresco tutti i giorni, il pane buono che nasce nel carcere di Opera e che viene venduto in varie realtà milanesi tra cui questa: la scelta non manca, dal filone rustico al pane al cocco, dai bocconcini al “milanese doc” Pan Tramvai.
E poi sugli scaffali prendono posto altre delizie:
“Buoni perché realizzati con impegno e passione da persone detenute che con il lavoro si stanno guadagnando una vita migliore e un futuro più degno.
Fanno bene perché rimettono in moto l’economia carceraria, creando percorsi virtuosi inaspettati ma sostenibili, con nuovo lavoro che previene la delinquenza e la recidiva. Un gesto di responsabilità sociale per aziende e privati, semplice ma di grande impatto”.
L’obiettivo del Consorzio è in questo periodo quello di diffondere questi prodotti come regali natalizi. Anche per questo sono stati ideati “i mercoledì al Consorzio con il panettone per tutti”, nei due mercoledì precedenti il Natale (13 e 20 dicembre): un pomeriggio durante il quale viene offerta una fetta di panettone alla cittadinanza, invitando anche anziani del quartiere, persone svantaggiate e tutti gli amici.
E allora perché no, quest’anno si può pensare di sorprendere amici e parenti con qualche regalo che arriva da “dietro le sbarre” e che addolcisce palato e cuore!
In questa video intervista, Carlo, il “milanese attore” che lavora al consorzio, ci racconta la sua esperienza: