Quando in Acquada il Gianduja veste rosso

Una giovane donna chef, forte e caparbia, dolce e sensibile, un acquazzone in tempesta.

Sara Preceruti, a Milano da fine 2019, è nota per la sua bravura, ma deve ancora vivere appieno il suo nuovo ristorante.

Classe 1983, chef autodidatta, una forza di volontà invidiabile e una timida bellezza evidente.

Sara Preceruti ottiene la sua prima stella Michelin a soli 28 anni  alla Locanda del Notaio e nel 2014 Identità Golose la elegge Miglior Chef Donna per la sua Guida Gourmet.

Nel 2015 è tra i 12 migliori giovani Chef che Carlo Cracco sceglie come “Ambasciatori del Gusto” in occasione degli eventi organizzati presso l’ex convento dell’Annunciata in occasione di Expo 2015; ed è lo stesso Cracco a volerla al suo fianco come caposquadra nelle cucine “infernali” del programma televisivo Hell’s Kitchen Italia. Ma lei, in quel momento declina l’invito perché è impegnata con il suo nuovo progetto del ristorante Acquada (ne abbiamo parlato qui).

Acquada significa ‘acquazzone’ in dialetto lombardo e rappresenta per Sara un punto di partenza, che distoglie dal passato e permette la nascita di qualcosa di nuovo, con un punto di vista diverso, il suo. Le foto eccezionali alle pareti del ristorante spiegano questo stato d’animo e questa unicità dello sguardo di Sara, che si riversa poi nei suoi piatti.

Una Milano vista riflessa nelle pozzanghere, a dimostrazione che tutto può essere visto da un’angolazione diversa, non scontata, non solita.

E nella cucina del ristorante Acquada nulla è scontato o “come fan tutti”, c’è un’esplosione di coraggio, un acquazzone appunto di saperi e di capacità, un temporale di voglia di esprimersi senza freni, sino in fondo. Un divertimento che si avverte nei piatti, dalla sua ideazione all’impiattamento finale, e che trova la sua forma più spinta nei menu degustazioni a mano libera,  ma esiste anche in ogni singola portata della carta sintetica, versatile ed esaustiva. La cucina di Sara Preceruti appartiene a quella categoria di cuochi liberi da tendenze. Lo è anche perché autodidatta, senza una formazione che le faccia da appiglio o da freno.

“Certamente studio le tecniche, mai gli stili. Né ho libri di ricette o di altri chef, perché penso che la mia mente non debba essere condizionata. Devo mettere me stessa in ogni piatto, con tutte le sfumature del mio carattere. Per questo gioco molto con i contrasti: perché sono fatta così».

Segue una sola stella polare, il gusto.

“Non mi sono mai posta limiti, neanche nella provenienza dei prodotti. Propongo quello che innanzitutto piace a me”.

Una cucina concreta, di grande carattere, moderna, equilibrata. Insieme a lei in cucina il suo sous-chef Isao Sonoda, in sala Claudio Baggini, punto di riferimento anche per la cantina, eccellente oratore dei piatti che porta in tavola e dei pensieri della chef. Lo spazio del ristorante di Via Villoresi, a Milano, è accogliente ed essenziale, pochi tavoli per garantire ad ogni ospite un’esperienza curata in tutti i dettagli. Il menu di Acquada è Sara Preceruti nei piatti, una ricerca di sensazioni forti, golose, inedite.

A iniziare dagli antipasti come il Tataki di tonno, con accompagnamento di caprino, cavolini di Bruxelles, insalatina di ceci al sesamo, caviale di soia e zenzero fritto oppure il Petto d’oca confit in panure di pepe Timut, che si sposa con zucchine in carpione, salsa di fragole e aceto balsamico o ancora l’Uovo barzotto su spuma di parmigiano, gelatina di acqua di porcini, polvere di porcini, limone glassato (quest’ultimo il nostro preferito, con un gioco di consistenze goduriose e un gioco di temperature perfetto). Nei primi, Sara Preceruti interpreta tutte le classicità con le sue personali visioni:

  • il risotto (‘Riserva San Massimo’ alla parmigiana con il saporito ragù di maialino iberico, insalatina di mela verde e crumble alla menta)..un applauso per questo piatto che lascia a bocca aperta e a occhi socchiusi…
  • la pasta secca fatta in casa (Orecchiette con spinacini, germogli di aglio, ricotta affumicata e pomodorini canditi),
  • la pasta all’uovo (Tagliatelle al pesto di rucola, olive, melone e insalatina di baccala)
  • la pasta ripiena (Bottoni di pasta farciti con mango e con fegato, serviti con cipolle, consommé di manzo e polvere di limone).

Tra i secondi, carne e pesce sono a pari dignità, dal Piccione servito con il suo fondo, patate novelle, melone e gorgonzola fino all’eccentrico Calamaro ripieno, con polvere di pomodoro, vellutata di sedano, sfere di yogurt, eccentrico di struttura ed eccentrico anche al palato; dal Pagello fragolino in vasocottura, cicoria, pomodoro al sifone e spugna al cacao fino al Filetto di manzo, caponata di verdure, gelato al vin brulé, polvere di tuorlo marinato. Nei dessert, l’apparente semplicità di Cioccolato, fichi e formaggio o del Tiramisù trova spazio al pari di ‘giochi’ più complessi come quello del Semifreddo ai pistacchi, crumble di olive e cacao, crema di pomodorini gialli o del signature dish della chef, “Il Gianduja veste rosso” dove le note del peperone e del cioccolato si incontrano perfettamente, in un matrimonio di fine pasto che stupisce per l’assenza di frutta a favore della verdura (del peperone nello specifico!) ma ancor più stupisce per la genialità quasi diabolica! Per scoprire la cucina di Sara l’ideale sono i suoi menu degustazione (sei portate a 75 euro e sette portate a 85 euro) con un wine pairing di 40 euro, basato su una cantina che sorprende per le scelte senza frontiere e senza obblighi. Nello spirito preciso di Acquada. In questo periodo di chiusura forzata, dopo alcuni mesi votati al volontariato, la chef ha deciso suo malgrado di dedicarsi al delivery, per tenere viva la sua cucina e soprattutto il rapporto con i suoi clienti. Ogni piatto arriva a casa dei clienti con l’invito a seguire passo passo le indicazioni di Sara Preceruti e del suo staff per la cottura delle pietanze, grazie a dei video appositamente girati e montati affinché siano facili da seguire, chiari e divertenti. I clienti possono consultarli tramite QRCode, ma anche sul sito del ristorante nella sezione delivery. Non solo. Oltre ai piatti del menu, è possibile ordinare prodotti per la dispensa, piccola pasticceria, pane e grissini.

Una donna con un passato importante dal punto di vista professionale e toccante dal punto di vista personale, una forza di volontà grande come la sua voglia di crescere, una dolcezza apparentemente nascosta ma visibile ad ogni sguardo, carezza leggera che coccola insieme ai suoi piatti.

Acquada è Sara in ogni suo piatto, Sara è Acquada in ogni suo aspetto!

Chapeau!

RISTORANTE ACQUADA :
  • massimo di coperti: 20 nelle due sale principali + sala privata fino a 10 ulteriori coperti Prezzo medio: € 70 bevande escluse
  • La consegna è attiva sette giorni su sette, dalle 12:00 alle 22:00, in tutta la città di Milano e per 15 km fuori dal perimetro esterno della città. L’asporto, invece, è attivo tutti i giorni dalle 12 alle 15 e dalle 19 alle 22.
  • Ordini al nuovo shop online su www.acquada.com/delivery.