Special Cook 2019: vince l’autunno di Marzia Riva

Finale di Special Cook 2019: vince Marzia Riva

La sua ricetta sarà replicata, durante la prossima edizione, in uno dei reparti degli Ospedali che hanno aderito al progetto, ideato da Officine Buone.

Giunti al termine delle 15 tappe dell’edizione 2018-2019 di Special Cook, il primo talent educativo e formativo di cucina realizzato nelle strutture ospedaliere di tutta Italia. La finale si è svolta sabato 12 ottobre,al Nuceria Group a San Giuliano Milanese, come avevamo annunciato nel nostro invito su Special Cook 2019. In sfida tre giovani chef, che hanno cucinato durante l’anno in molte strutture di cura e che sono arrivati in finale grazie ai voti dei pazienti, la giuria d’eccellenza di ogni tappa in ospedale. Ad aggiudicarsi il titolo di Special Cook 2019 è stata Marzia Riva che ha stupito la giuria con il suo “Acquarello autunnale”. I tre giovani talenti culinari finalisti (Cristian Cirillo, Nicola Cuocartigiana e Marzia Riva) hanno proposto per la serata una ricetta a testa pensata per l’evento e replicabile in un reparto ospedaliero a scelta tra quelli che hanno partecipato durante l’edizione appena conclusa:
  • Cristian Cirillo – risotto alla zucca con composta di cipolle rosse e amaretti
  • Marzia Riva – acquarello vegetale, con cavolfiore arrostito con ragù al bruno vegetale e funghi, sfogliata di saraceno e maionesi aromatizzate
  • Nicol Cuocartigiana – barchetta magica ai frutti di bosco.
A giudicare i piatti è stata una giuria tecnica composta da esperti del settore e giornalisti guidati da Stefano Callegaro, chef, già vincitore di Masterchef 4: Giacinto Callipo (Callipo Conserve Alimentari), Leonardo Vena (Ceo Amaro Lucano), Stefania Corrado (Chef, Consulente e Food Writer), Stefano Arduini (direttore Vita), Sara Porro (Giornalista, scrittrice e food blogger).

Ha vinto un piatto equilibrato, gradevole e bilanciato, che ha riscosso gli apprezzamenti di tutti: il “quadro” di Marzia Riva, esperta di cucina naturale, che abbiamo già incontrato e intervistato in diverse occasioni. Premiazione fatta da Stefano Callegaro. Così si racconta Marzia:

“Ho sempre pensato che il cuoco ha il grande privilegio e la responsabilità di nutrire. Un bellissimo gesto d’amore. Oggi ho la fortuna di essere una cuoca e poterlo fare; mettermi a disposizione degli altri è un grandissimo onore che vivo ogni giorno come un dono. Non amo particolarmente le competizioni, ma ho abbracciato con entusiasmo questo progetto perché Officine Buone porta negli ospedali momenti di svago e spensieratezza e allo stesso tempo divulgazione per un’alimentazione consapevole e il più possibile corretta”.

Per realizzare il suo piatto Marzia si è ispirata all’autunno e ha avuto il supporto di un biologo nutrizionista, Ferdinando Giannone, col quale ha da tempo in atto un progetto di divulgazione alimentare denominato Effemme. Questa la ricetta nel dettaglio:

un cavolfiore arrostito al forno fa da base a un ragù vegetale di lenticchie rosse e funghi mappato con una salsa arrosto vegetale; è servito con funghi sauté e una cialda di saraceno farcita con della maionese di soia aromatizzata (senape, zenzero e zafferano) e la foglia del fiore frizzante.
Alla base, una salsa di prezzemolo e di lampone, olio allo zafferano e foglie di misticanza.
Il cavolfiore e i funghi sono altamente proteici e aumentano la quota proteica generale del piatto tenendo a bada l’indice glicemico, così che possa essere equilibrato nutrizionalmente.
Il grano saraceno è un cereale anch’esso ricco di proteine; prezzemolo e lampone sono richhi di vitamina C per l’assorbimento dei nutrimenti.
Dal punto di vista del gusto Marzia ha scelto la sapidità rotonda del ragù, esaltata dal fungo che sviluppa l’umami.
La maionese, anche se in piccola quantità fornisce quel grasso utile a veicolare ed esaltare il sapore mentre il grano saraceno, oltre a fare croccantezza, equilibra l’amaro.
L’acidità delle salse serve a ripulire la bocca.

Come è nato questo complesso studio di sapori e ingredienti?

“Sono partita dall’idea  che chi è a dieta percepisce la situazione con tristezza e senso di privazione mentre desideravo dimostrare che un piatto sano ed equilibrato può essere appagante e naturalmente salutare e godurioso, come un ragù. L’obiettivo era quello di passare  l’idea che non abbiamo bisogno di intingoli, di carni e di salumi per cercare la sapidità. Così ho pensato a ragù, polenta e funghi ma l’ho rielaborato e stravolto in versione gourmet”.

Un evento straordiario, che di sicuro ribalta il concetto normale che si ha del cibo ospedaliero…e chissà che si apra davvero una nuova frontiera di curo con il cibo, anche e proprio negli ospedali!

Storie di Cibo supporta con orgoglio Officine Buone!