La cachaça è il distillato nazionale brasiliano ed è l’ingrediente fondamentale di uno dei cocktail più richiesti nei locali di tutto il mondo: la caipirina. Ha una grande storia e un grande valore: ecco una ricetta per viaggiare anche da casa!
La cachaça, chiamata anche aguardente, pinga, caninha, nasce dalla famosa aguardiente de cana di Madeira, l’isola atlantica portoghese che riforniva tutta l’Europa nel 1500.
Il nome cachaca deriva dal nome portoghese “cagaca”, ovvero la schiuma che si forma in superficie del succo di canna da zucchero in fermentazione.
È un distillato che riesce a offrire un ventaglio di aromi e sapori unici, vera a propria sintesi alchemica del succo di canna da zucchero. I profumi sono molto fruttati, dolci, avvolgenti, pieni di miele, con quel frutto intriso di richiami pungenti ed eterei. Al palato la cachaça è alcolica, ma vellutata, spinta da un frutto caldo e carezzevole. Ha ritmo, ti colpisce con una raffica incredibile di profumi e sapori tropicali e una leggiadria incredibile.
La differenza con il rum è evidente: il rum industriale nasce da un prodotto di scarto come la melassa, mentre la cachaca nasce da un wort di succo fermentato a cui non è stato sottratta la parte migliore. Questo rende la cachaca molto più simile al rum agricolo.
La grossa produzione di cachaça o aguardiente de cana del Brasile fa si che questo distillato sia il terzo più bevuto al mondo, partendo dal consumo interno: la produzione annuale supra alla grande il miliardo di litri, consumati praticamente dal solo mercato interno. In sostanza il consumo brasiliano ammonta a più di otto litri a persona, un vero record nell’ambito dei distillati. Una piccola percentuale esce dai confini brasiliani esportato in piccoli numeri in tutto il mondo, la Germania è un caso a sè in questo con un discreto numero di ettolitri venduti, forse per ragioni storiche legate alla forte presenza di emigrati tedeschi nel paese sudamericano. Purtroppo in Italia la cachaça è considerata un distillato di scarsa qualità, utile al massimo appunto per per fare la classica caipirinha.
Il distillato è prodotto con la canna da zucchero di cui il Brasile è il primo produttore mondiale.
Nasce dal succo di canna, ma da tutto il succo, non dalla melassa dopo che è stata privata dei cristalli di zucchero e quindi è un prodotto pieno, aromatico, gustoso, ma anche molto pirotecnico. La canna da zucchero viene tagliata e raccolta, poi si schiaccia con pietra o presse idrauliche e il succo è raccolto in vasche. Il succo viene cotto e poi fatto fermentare aggiungendo dei lieviti che innescano la fermentazione, fino a quando non si ottiene un mosto dalla gradazione contenuta, in pratica è un wort come quello del whisky, solo che nasce dal succo di canna. La variabile qualitativa è legata all’uso della melassa o del succo di canna vergine, della distillazione in alambicchi discontinui, incapaci di raggiungere gradazioni elevati in uscita dal collo di cigno, o delle colonne. Pur trattandosi tecnicamente di un rum, la cachaca non si può assimilare a tale categoria per una sostanziale differenza organolettica, molto evidente all’olfatto. La nota dolce della canna da zucchero si intuisce, ma non ha l’eleganza del rum, che risulta anche più pieno e strutturato. Il distillato normalmente è ruvido, con una forte nota eterea, molto difficile da bere liscio e trova estimatori solo quando è all’interno di cocktail come la caipirinha o nelle famose batidas, rinfrescanti frullati alcolici con mango, cocco, papaja ed altre prelibatezze esotiche.
Esattamente come il rum, la cachaca è ottima se miscelata con frutta fresca e dolce, polposa come fragole, ciliegie e frutto della passione. Non è molto duttile, ma per fare cocktail facili e immediati, tutto frutto è perfetta.
Per questo abbiamo voluto inserire qui il Garota de Ipanema, un drink della bartender Sabina Yausheva che si ispira alla celebre canzone di Antonio Carlos ‘Tom’ Jobim e Vinicius de Moraes e alle sue poetiche liriche ‘Guarda quanta bellezza, colma di grazia: è la ragazza che passa ancheggiando dolcemente verso il mare’.
Note e parole che catapultano chi beve questo drink nlla seducente terra piena di vita che è il Brasile.
Il tutto a base di cachaça e Pure Tonic Cortese, prodotta in Italia da Bevande Futuriste, tonica naturale che contiene solo acqua, sali minerali, zucchero e autentico chinino naturale.
Immaginando i piedi nella sabbia, sdraiati sotto l’ombra di una palma, travolti e sedotti dalla musicalità del portoghese, la pelle scaldata dal sole, il drink in mano e, davanti, lo splendido panorama che solo Rio de Janeiro può regalare.
Un inno al viaggio, per un drink, ‘Garota de Ipanema‘ che vuole, nelle intenzioni della bartender, far evadere anche per pochi minuti dalla realtà e sognare di essere altrove. Senza zone rosse, zone gialle, ma solo zone calde e sabbiose.
Qui la ricetta, per poter viaggiare dalla cucina, anzi dal bancone di casa nostra.
Garota de Ipanema di Sabina Yausheva
Ingredienti
- 4,5 cl cachaça
- 3 cl limone
- 2,5 cl sciroppo d’ananas
- 1,5 cl blue curaçao
- 1 cl albume
- top Pure Tonic Cortese
Bicchiere: Collins
- Versare tutti gli ingredienti in uno shaker con del ghiaccio, esclusa la Pure Tonic Cortese.
- Shakerare bene per far montare l’albume di montare
- versare, filtrando il tutto, all’interno di un bicchiere Collins colmo di ghiaccio.
- Per finire, versare delicatamente la tonica Cortese e miscelare dolcemente con un bar spoon.
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