Berta: grappe, ospitalità, storia

Distillere Berta: generazioni nel mondo grappe.

Una famiglia che racconta il territorio, le sue eccellenze e i suoi valori.

Distillerie Berta è una famiglia che da tre generazioni tramanda i suoi valori con la volontà di raccontare attraverso i suoi prodotti di eccellenza il territorio del Monferrato, riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco.

Le radici del successo arrivano dal 1947 quando Paolo Berta istituisce Destilleria Berta, la prima etichetta ad avere sperimentato e affinato l’invecchiamento della grappa in botti di legno.

Tutto ha inizio il 11 luglio 1866 con la nascita di Francesco Berta, vero pionere dell’azienda, che, come succede  in tutte le famiglie contadine, comincia a lavorare fin da piccolo nelle vigne e in cantina. Crescendo non abbandona il lavoro, anzi inizia a dare vita ad una attività commerciale con un approccio imprenditoriale impensabile per l’epoca.

La vera svolta arriva però nel secondo dopoguerra quando in preda alla crisi del momento il nipote Paolo Berta, invece di svendere il prorpio prodotto come tutti i distillatori dell’epoca, decide orgogliosamente di conservare in botti di legno tutta la sua grappa.

Quando tempo dopo le prime botti vengono aperte, la grappa Berta conquista i mercati, con la “Roccanivo di Barbera” in prima linea.

Negli anni ’80 il processo di affinamento diventa sempre più elaborato grazie alle nuiove tecniche e prove dei fratelli Chicco e Gianfranco, nuove leve della dinastia Berta.

Quindi generazione dopo generazione, Berta si è fatta spazio tra i grandi per raggiungere la vetta, posizione che occupa oggi.

Sulle colline del Monferrato, esattamente a Mombaruzzo, la distillera è oggi una meta per appasionati ed estimatori della grappa italiana e anche per chi cerca un luogo di relax nlla natura.

Nel corso del tempo la famiglia ha ampliato le sue proprietà, acquisendo porzioni sempre più vaste del territorio limitrofo, arrivando a raggiungre una estensione di otto ettari che la famiglia ha voluto trasformare in n parco naturalistico ce permette di unire le visite tecniche in distilleria a passeggiate in una rigogliosa natura monferrina.

Come per il vino, anche per la grappa la qualità dell’uva in vendemmia è fondamentale.

Per questo Distillerie Berta ha brevettato un sistema di raccolta e conservazione delle vinacce in speciali contenitori.

Si tratta di fusti della capienza di 200 chili, dotati di chiusura ermetica e di una valvola che consente di mantenere la vinaccia al riparo da acqua e aria, permettendo nel contempo una corretta fermentazione, ch la mantiene fresca  umida da settembre a giugno.

Una volta che i fusti arrivano a Mombaruzzo inizia la distillazione, fase più delicata di tutto il processo di lavorazione.

Le vinacce vengono distillate in alambicchi di rame secondo il metodo tradizionale della corrente di vapore discontinua, invecchiate in botti di rovere con diverse tostature e utilizzate per fare Marsala, Barolo, Barbera, Nebbiolo e Moscato, che sono poi i vini aromatici della regione Piemonte.

Al termine la grappa viene assaggiata e grazie alla maetrsia del eprsonale, si decide se farla rimanere grappa giovane oppure destinarla all’invecchiamento in legno.

La grappa giovane inizia il processo di invecchiamento in botti da 13 mila litri, dove resta un anno, vivendo in una atmosfera di luci, led e musica lirica, che vanno a creare una cromoterapia e una musicoterapia che migliora il rpodotto finale.

L’affinamento avviene in botti speciali, quelle da whisky.

Idea nata da un viaggio in Scozia, dove vengono scelte delle botti “casks” da portare in Piemonte.

Nonostante la crescente domanda dall’estero, la politica dell’ azienda rimane invariata e ha fissato il tetto delle esportazioni al 50% per non far perdere al mercato italiano quelle bottiglie che hanno segnato una svolta nel dopoguerra con la creazione della grappa invecchiata.

Oltre agli aromi e alle note donate da qusti legni speciali, il tratto distintivo delle grappe Berta è anche nel loro packaging: ogni forma delle bottiglie viene studiata dalla famiglia.

Bottiglie che diventano anche opere d’arte del Berta Lab, uno spazio aperto al pubblico dove i partecipanti possono personalizzare la propria bottiglia con nastri, sughero, vernice e cera lacca.

Qui abbiamo avuto l’opportunità di far parte del gruppo di degustazione per un giorno e abbiamo potuto assaggiare le grappe SoloPierGian, Castelletto dell’Annunziata, Roccanivo e Bric del Gaian:

  • SoloPierGian: è una grappa che nasce dalla sapiente unione di tre grappe della stessa distilleria Berta, ossia Tre Soli, Roccanivo e Bric del Gaian 2005, invecchiate per 10 anni in botti da 1200 litri e botti da 100 litri. È la grappa di punta dell’ azienda, ed è anche il nome di una fondazione no-profit che è un sostegno per gli artigiani in difficoltà e un aiuto per i giovani che vogliono imparare un mestiere. È quindi un omaggio alla storia di una famiglia, di un territorio. e soprattutto di un uomo con un’anima buona, Gianfranco appunto, a cui va questa dedica speciale.
  • Castelletto dell’ Annunziata è una grappa fatta con uve Barbera, Nebbiolo, Moscato. Una grappa piemontese, figlia delle migliori vinacce che questa terra ai piedi delle montagne ha da offrire.  Un prodotto nuovo ma con una storia millenaria.  Il naso è complesso, pieno, avvolgente e di grande personalità, uno splendido concerto di sensazioni in cui spiccano frutta matura, ciliegia, tabacco, cacao e vaniglia. Il sapore è ricco e avvolgente.
  • Roccanivo è una Grappa di Barbera ricca di sensazioni di ciliegia, piccoli frutti di bosco, cioccolato e vaniglia
  • Bric del Gaian è una Grappa di uve Barbera, con sensazioni di salvia sclarea, piccoli frutti di bosco, pompelmo e vaniglia.

Ma Berta non è solo una distilleria, come si diceva c’è anche la passione nell’ospitalità

L’azienda si è espansa nel settore alberghiero, creando prima il relais Villa Castelletto, a Castelletto Molina, e poi una residenza di charme in una ex casa aristocratica del XVIII secolo, Villa Prato, acquisita nel 2007, rigenerata dopo anni di lavoro certosino, arricchita da una SPA e un ristorante di eccellenza.

Si tratta del ristorante Officina di Villa Prato, diretto dallo chef Andrea Cavallo, con una cucina ispirata alla tradizione piemontese con alcune idee contemporanee, combinando anche variazioni dal mare con incursioni di Grappe Berta.

Ha anche iniziato a restaurare Castelletto dell’Annunziata e Borgo Roccanivo a Mombaruzzo…ma questa è un’altra storia, che racconteremo a breve.

Berta ha anche acquisito un panificio che produce il tipico amaretto di Mombaruzzo. Delizia.

Insomma, tante strutture, una famiglia, un territorio.