Birra Madama prende il luppolo in carcere a Torino

Per la serie delle nostre #StorieDiCibodietroLeSbarre, ecco il luppolo in carcere.

Ci si prepara ai primi raccolti da cinquanta piante coltivate dai detenuti, tra fine agosto e inizio settembre, di luppolo all’interno della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino. Il progetto nasce dall’unione di due realtà torinesi:

  • la Cooperativa Sociale Ecosol che già lavora nella stessa struttura producendo lo zafferano e
  • Birra Madama, Brew Firm di Torino guidata dal vulcanico Alessandro Santinelli.

Il progetto nasce poco più di un anno fa e oggi vede, su una superficie di 150 mq all’interno del carcere, la crescita di 50 piante di tre varietà: Cascade, Comet e Mount Hood. Così spiega Santinelli:

“Le prime due sono molto robuste e capaci di resistere bene alle malattie, mentre la terza si utilizza prevalentemente negli Stati Uniti, ma poco in Italia. La coltivazione del luppolo che abbiamo iniziato è un progetto sperimentale che potrebbe ingrandirsi e svilupparsi utilizzando l’ampia fascia di terreno ancora a disposizione. E seppur nelle carceri italiane si realizzino diversi prodotti alimentari come il caffè, il cioccolato e la stessa birra, per quanto riguarda l’ambito agricolo legato al luppolo questo è un primato tutto torinese”.

L’idea è quella di produrre una birra all’anno che esca con il marchio Birra Madama.

“Il luppolo sarà acquistabile anche da altri birrifici per la preparazione delle loro cotte ma ci vorranno tre anni prima che le piante vadano a regime”

specifica Santinelli. La grande valenza di questo progetto è però innanzitutto sociale, così come vediamo per tutte le nostre Storie Di cibo dietro Le Sbarre:

 “Abbiamo iniziato con un percorso formativo con cui, insieme ai ragazzi di Terra e Aria, abbiamo spiegato le caratteristiche di questa pianta, infestante e urticante nel fusto, proprio in vista della raccolta. Alcuni detenuti uomini ci hanno aiutato nel piantare il luppolo e stanno iniziando a sentire loro questo progetto: saranno invece le donne a darci una mano per la raccolta, in cui occorrono delle mani più attente e gentili”.

La vendita del luppolo sarà seguita dalla Cooperativa Sociale Ecosol e, quando il percorso terminerà la fase sperimentale, saranno i detenuti stessi a seguire i campi, la crescita e la raccolta delle piante. Sempre Santinelli, entusiasta del lavoro e del progetto, dichiara:

“E’ un progetto grandioso non solo perché per quanto mi riguarda è una grande opportunità di crescita personale, ma anche perché mi piace sperimentare e trovo bellissimo poter lavorare con persone che hanno avuto delle difficoltà, ma che hanno voglia di nuove esperienze, di imparare, di rimettersi in gioco. Il nostro modo di intendere la birra, poi, parte proprio da un approccio anglosassone in cui il lavoro sul luppolo è fondamentale e fa parte delle scuole moderne che si dissociano dai più classici stili birrai”.

Birra Madama nasce nel 2014: il nome è un omaggio dichiarato alla città di Torino, il suo centro creativo è in corso Regina Margherita oltre che, in estate, nel Beer-Garden Circus Bar del Parco Le Serre di Grugliasco.

Ora non ci resta che attendere il primo raccolto, e poi la prima produzione, per inserire questa birra e questa storia a pieno titolo all’interno delle Storie di cibo Dietro le Sbarre.

Attendiamo le prime bottiglie luppolose.

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FONTE: INTERVISTA E DETTAGLI DI SARAH SCARAPONE – LA STAMPA (TORINO)