Espressione di Pinot Noir di Bruno Paillard

E’ stato presentato il Blanc de Noirs Grand Cru Millesimanto.

L’espressione di Pinot Noir della Maison Bruno Paillard.

“La nostra Maison, indipendente e famigliare, ricerca nei suoi vini la vitalità dei loro terroir d’origine. Il Blanc de Noirs Grand Cru Multimillesimato nasce dal desiderio di proporre, unendo le diverse caratteristiche dei millesimi, un’espressione ricca e precisa del Pinot Noir dei cru settentrionali della Champagne”.

Una piacevole chiacchierata con la figlia del fondatore della cantina, Alice Paillard, che ha raggiunto il padre in azienda nel gennaio 2007 dopo aver lavorato per un anno nei vigneti e in cantina e aver dedicato quattro anni allo sviluppo delle vendite all’estero.

Ora, dal 2018,  gestisce l’azienda di famiglia, con il padre sempre presente al suo fianco.

Del resto è lui che ha creato con passione e grande visione tutto questo.

Classe 1953, di Reims, Bruno Paillard ha tra i suoi antenati degli intermediari e vignaioli a Bouzy e Verzenay – due grand cru – dal 1704.

Egli stesso inizia in veste di mediatore nel 1975, interessato da quel mestiere che gli regala una perfetta conoscenza della Champagne.

Ma se ne allontana dopo 6 anni, spinto dal desiderio di produrre uno champagne differente dagli altri, oltremodo puro, molto elegante, una sorta di Graal che egli crede raggiungibile.

Nel gennaio 1981, all’età di 27 anni e armato solo della sua volontà, decise di realizzare il suo sogno e di fondare la sua Maison di Champagne. È in una cantina affittata e con delle uve accuratamente selezionate acquistate dai viticoltori che nascono i primi champagne Bruno Paillard.

Nel 1984 Bruno Paillard inventa la prima cantina interamente fuori terra della Champagne: l’idea, rivoluzionaria per l’epoca, regala buoni risultati qualitativi grazie ad un controllo rigoroso delle condizioni di temperatura, idrometria e illuminazione.

E lo stile inizia a sedurre la stampa tecnica anglosassone che li annovera tra i migliori vini di Champagne, parlando di champagne con vini setosi ed eccellenti di questa “piccola ma prestigiosa Maison”.

Nel 1994, Bruno Paillard compra le sue prime vigne, 3 ettari di grand cru a Oger nella Côte des Blancs. Un inizio importante che segna la pietra iniziale di un grande progetto, un vigneto che oggi si estende su 25 ettari, 12 dei quali sono Grand Cru, e che fornisce più della metà del fabbisogno della Casa, composto da 89 parcelle distribuite su 19 crus (di cui 6 Grands Crus e 5 Premiers Crus)

L’età media delle viti è di 32 anni, e sono la posizione geografica del vigneto, l’orientamento delle parcelle e la natura dei terreni che determinano i vitigni: 50% Pinot Noir, 37% Chardonnay e 13% Pinot Meunier.

L’approvvigionamento è completato dagli acquisti di uve effettuati presso vignaioli indipendenti, collaboratori fedeli, in più di 30 villaggi.

Il rispetto per il suolo, per l’inimitabile carattere gessoso del terroir della Champagne, guida tutti i metodi di coltivazione della Maison.

Impone un lavoro rigoroso e meticoloso, si pratica una viticoltura sostenibile applicando metodi rigorosi: nessun diserbante o pesticida utilizzato, aratura, inerbimento parziale del terreno, analisi regolari e modifiche organiche personalizzate e certificate delle parcelle.

Grande attenzione al lavoro del suolo, ricco di mineralità che nutre le radici.

Si praticano potature corte, si privilegia sempre la radice rispetto alla pianta, si presta grande attenzione alla vita microbiologica del suolo e alla biodiversità delle parcelle della Maison.

Questo impegno di viticoltura sostenibile si traduce in una moltitudine di dettagli, tra cui la messa a dimora delle rose in prossimità delle vigne, operazione che favorisce la biodiversità e permette di rilevare eventuali attacchi di oidio, perché le rose più sensibili alla malattia rispetto alla vite ne vengono colpite in anticipo.

E ancora l’installazione di pali in legno, alla fine della fila, con legno di origine francese proveniente dal riciclo, consente di donar maggiore armonia al paesaggio, abbandonando l’utilizzo del ferro.

L’idea di Bruno Paillard è sempre stata quella di creare uno Champagne molto differente dagli altri, molto puro.

Un grande champagne secondo Bruno Paillard:

“è prima di tutto un vino di assemblaggio: anzitutto dei cru, delle uve, ma anche dei millesimi”

sempre con questa volontà di cogliere la quintessenza della finezza e dell’eleganza che può offrire la Champagne quando è servita amorevolmente.

Uno stile che è un matrimonio tra eleganza e complessità, che porta a una effervescenza leggera e cremosa, una purezza evidente, una mineralità autentica e una vinosità setosa.

La grana delle bollicine è molto fine, quasi microscopica, che apporta al naso gli aromi del vino e al  palato una consistenza vellutata, quasi cremosa appunto.

Il colore dei vini è assolutamente naturale. È brillante: oro verde per i blanc de blancs, dorato per la Première Cuvée, oro ramato – petalo di rose antiche – per il Rosé.  Diventa più profondo per i millesimati, quasi ambrato dopo qualche decennio.

Gli aromi si riconoscono come molto puri, anche perchè l’utilizzo esclusivo della prima spremitura (i primi 50 cl di succo di ciascun chilo di uva) permette di estrarre gli aromi più naturali. E così abbiamo caratteristiche sfumature di agrumi, mandorle per gli chardonnay, piccoli frutti rossi per i pinot noir, frutti esotici per i meunier.

Il dosaggio è ridotto al minimo, con il risultato di una freschezza autentica, percettibile ma non dominante.

Le parole e i racconti di Alice fanno percepire tutta la passione e l’amore di suo padre e della sua famiglia intera per la regione della Champagne, impegnati da sempre a difenderla.

Bruno Pailard è stato il primo, dal 1983, a informare gli amatori su mese e anno di sboccatura di ciascuna bottiglia. Egli scrive per esteso questo punto di riferimento fondamentale nella vita di tutte le bottiglie di champagne: la sboccatura è come una seconda nascita per il vino.

In cantina, ogni vino viene vinificato separatamente in tini o botti per consentire una migliore selezione al momento dell’assemblaggio. L’incorporazione di vini di riserva durante il processo di assemblaggio aiuta a mantenere lo stile dei multimillesimati della Maison. A seconda delle caratteristiche dell’anno, questa percentuale può variare da un minimo del 25% al 50%.

La durata dell’invecchiamento delle bottiglie da 2 a 4 volte più lunga rispetto a quanto imponga la regolamentazione dello Champagne, che può andare fino ai 15 anni per il N.P.U. – Nec Plus Ultra.

Un dosaggio Extra Brut, ridotto al minimo, che permetta di rispettare la purezza dei vini. Un riposo sistematico in cantina da 5 a 18 mesi dopo la sboccatura a seconda della cuvée.

Oggi la Maison, sempre indipendente e fermamente fedele al suo stile, esporta più del 75% della sua produzione verso una trentina di paesi – principalmente dell’Europa, dell’Asia e dell’America del Nord. E lo fa sempre con una attenzione estrema alla selezione dei luoghi di vendita e fornitura.

Con la stessa passione e luce negli occhi con cui Alice racconta di suo padre, della sua famiglia, e delle sue prime volte in cui silenziosamente partecipava agli assemblage, la giovane vigneron ci racconta e ci descrive degustandolo il loro Blanc de Noirs Gran Cru.

Un vino che vuole proporre una visione complementare del Pinot Nero da terreni più freddi, che vuole aggiungere una palette di aromi e gusti a quelle già esistenti, e allora come lei stessa suggerisce con una nota di romanticismo:

“è importante lasciar andare le proprie abitudini, senza desiderio di confronto, solo di aumentare il proprio bagaglio”.           

È composto unicamente dalla prima pigiatura di uve Pinot Noir, provenienti da quattro Grand Cru: Verzenay, Mailly, Verzy e Bouzy e di questi, tre hanno una esposizione maggiore a nord.

Sono i suoli  gessosi alla base dell’eleganza e della profondità distintiva del Pinot Noir della Maison.

È vinificato principalmente in vasche di acciaio, con un piccolo passaggio in legno per la fermentazione (dal 15 al 20% secondo le annate) in barrique non nuove. Viene poi affinato sui lieviti per 3 anni.

Dopo il suo dégorgement, la cui data è riportata in contro etichetta, il Blanc de Noirs Grand Cru riposa almeno per altri 6 mesi in cantina.

Come tutti gli Champagne della Maison Bruno Paillard, si tratta di un ExtraBrut, dosato a 3 grammi a litro.

Alla vista un oro brillante dai riflessi ramati, effervescenza fine e attiva.

Al naso vivo e vellutato con sentori di petali di rosa rossa, di ciliegia Burlat unita a pompelmo rosa e a pepe di Timut. Con l’areazione rilascia progressivamente un bouquet di spezie dolci e una sensazione di freschezza.

In bocca si ritrova la trama cesellata e gessosa annunciata al naso, salinità e delicatezza richiamano l’abbinamento gastronomico.

La profondità del vino si rivela nel tempo con note di polpa di ciliegia, kumquat e mela cotogna.

Una bella lunghezza testimonia il grande legame del vino ai suoi terroir d’origine.

Tra gli abbinamenti consigliati, il Blanc de Noirs Grand Cru si presta all’aperitivo, con dei gamberi alla griglia o del Prosciutto crudo d’Osvaldo (36 mesi), è un accompagnamento perfetto per pollame, selvaggina o pesce lievemente affumicato come branzino o triglia.

Il suo carattere vivace e profondo si sposa bene anche con piatti più gourmet e speziati con note dolci e salate, come il tajine o il maiale all’indiana.

 

E al di là delle note tecniche visive e di gusto, resta impressa la passione di questa figlia d’arte, che è nata tra assemblaggi  e degustazioni e ha seguito le orme del padre. Dedita a questo mondo con un fare quasi da artista, senza pretese di imporre le sue bollicine, ma con una dolce capacità di racconto che fa viaggiare.

Anche quando, parlando di tecnologia, ne tesse le lodi, sostenendo che è parte integrante dello Champagne, perchè la vigna là, in quelle zone “difficili”, non è a suo agio.

E per contro l’impressione che ci fa questo vino è di essere perfettamente a suo agio, in bottiglia e nel calice.

Salut!

Champagne Bruno Paillard –
Avenue de Champagne - 51100 Reims
info@brunopaillard.com
@credit photo Kata Balogh