Giardì, il cibo vegano democratico

Giardì, un ristorante innovativo, con piatti e preparazioni veg aperto a tutti.

Vicino a stazione Centrale a Milano, Giardì offre colazioni, pranzi, merende e ottima qualità.

Giardì, un ristorante innovativo che combina cucina gourmet con servizio fast-casual, e offre un menu 100% plant-based che fa dell’appetitosità la sua cifra distintiva.

Posizionato strategicamente in Via Napo Torriani 3, Giardì è destinato a diventare il punto d’incontro per gli amanti del cibo vegano che cercano una cucina soddisfacente, ma che esce dalla logica delle nicchie.

L’approccio di Giardì è democratico, sia nel gusto che nella varietà dei piatti.

Qui, non si tratta solo di cibo vegano o sano, ma di autentico comfort food. Dal classico burger con le patatine al cavolfiore marinato e arrostito, passando per piatti creativi come il “not avocado toast,” il menu di Giardì è un inno alla sostenibilità e alla stagionalità.

Ma ciò che rende Giardì ancora più attraente è l’approccio innovativo alla ristorazione sostenibile.

Il ristorante serve i suoi piatti utilizzando esclusivamente stoviglie monouso compostabili, con l’unica eccezione delle posate. Questo lo colloca come un vero fast-food sostenibile del futuro, che offre cibo di alta qualità a un ritmo veloce, soddisfacendo le esigenze moderne e trasformando il pasto in uno spettacolo culinario dal vivo.

L’obiettivo di Giardì è nobile e chiaro: non solo proporre un’opzione sana e consapevole, ma anche stupire i suoi clienti.

Questo progetto innovativo è frutto dello spirito imprenditoriale di Michela Rubegni, con esperienza in marketing e strategia acquisita sul campo per diverse multinazionali, e della creatività dello Chef Tommaso Coppola, con oltre un decennio di formazione nel settore Food & Beverage, dalla ristorazione gourmet stellata allo sviluppo di catene ristorative.

Nello specifico Tommaso, romano d’origine, da quando ha 20 anni entra nel mondo della ristorazione, inizia al Convivio Troiani, ristorante stellato della sua città, per poi passare al due stelle Bracali, nella provincia di Grosseto.

Dopo un anno e mezzo si trasferisce a Verona ed entra in Signorvino, svilppandone il format, portando il numero di locali da 5 a 16. Passa poi a Mi Scusi, e dopo 4 anni decide insieme alla sua socia e compagna Michela di aprire il suo locale.

La scelta del plant-based deriva dal desiderio di offrire uno stile sano, di seguire una vita ad impatto “etico”, e di dare una cucina godereccia che sia veg negli ingerdienti, ma “democratica” nella comunicazione.

Come lui stesso ci tiene a sottolineare:

“Deve accogliere tutti, deve essere godereccia e non privativa, non abbiamo scritto da nessuna parte plant-based, così come negli altri ristoranti non c’è scritto Non-plant-based o “per onnivori”! Siamo gli unici che fanno un concetto plant based per tutti, accattivante, semplice e comprensibile”.

Il nome Giardì deriva da un loro viaggio a Barcellona, dove hanno scoperto che il primo progetto che fece Gaudì si chiamava Casa Vicens ma lui nella bozza lo aveva chiamato Casa Giardin.

“Giardin. Un nome che ci piacque molto, ce lo segnammo, e all’apertura del nostro locale, lo abbiamo voluto riprendere, all’italiana, perchè rievoca questa parte bucolica del prodotto seppur rimanendo un nome diverso rispetto a tutti gli altri, e poi volutamente non abbiamo inserito termini quali Verde, Green o simili da nessuna parte!”

Giardì è destinato a essere un faro nella scena culinaria milanese, dimostrando che la cucina vegana può essere gustosa, appagante e accessibile a tutti, e soprattutto non per forza “urlata” nei menu o nelle insegne!

Con il suo approccio innovativo e sostenibile, è un esempio da seguire per tutti coloro che desiderano abbracciare uno stile di vita alimentare più consapevole e sostenibile, un vero approccio fuori dagli innumerevoli stili veg della metropoli meneghina.

Allo chef piace cucinare molto le verdure, trattarle in modo semplice e comprensibile, andando a giocare con un umami naturale grazie a salse e frutta secca.

Simpatica la parte interna con tavoli fronte cucina, altri più riservati, e un banco fronte finestra, rialzato rispetto al marciapiede (e finalmente si mangia in vetrina senza le persone che dal di fuori ti guardano nel piatto! Anzi, le si guarda dall’alto!).

A noi è piaciuto per lo stile fresco, leggero, semplice. Per la qualità degli ingredienti, la scelta delle portate, il servizio smart unito ad un gusto da grande cucina.

Da non perdere il Not Avocado Toast!

Ma ci torniamo, per raccontare anche il resto del menu 😉