Il Ministeriale: un cioccolatino nato per amore.
Storia di cibo e storia d’amore, da Napoli i Fratelli Scaturchio.
Autore: @MariannaSomma
Quella che stiamo per raccontarvi non è solo una storia di cibo, ma anche una grande storia d’amore che vede protagonisti un giovane pasticciere innamorato, Francesco Scaturchio, e una delle più famose dive della Belle Époque partenopea Anna Fougez.
A fare da sfondo alla vicenda è la Napoli di inizio Novecento, anche nota come la “Piccola Parigi” italiana.
Proprio in questo contesto nasce uno dei dolci più iconici della città: il Ministeriale.
Ma perché si chiama così? E soprattutto perché vale la pena assaggiarlo almeno una volta nella vita?
Scopriamolo insieme.
Gusto, consistenza e curiosità
Tra tutti i peccati di gola della bella Partenope c’è uno che non gode della stessa fama degli altri, ma il cui sapore non ha nulla da invidiare alle “stelle” della pasticceria napoletana. Stiamo parlando del Ministeriale, un goloso e irresistibile cioccolatino gigante a forma di medaglione il cui cuore è ripieno di una dolcissima crema al liquore.
Il contrasto dolce/amaro e la consistenza sono senza dubbio tra i principali motivi del successo di questo cioccolatino.
Da oltre un secolo la ricetta di questo dolce pegno d’amore è sempre la stessa, ma ancora oggi resta un segreto gelosamente custodito dalla famiglia Scaturchio.
Infatti, a differenza di altri celebri dolci come pastiera, babà e sfogliatella, il Ministeriale si può assaggiare solo ed esclusivamente nelle pasticcerie firmate Scaturchio, le cui sedi sono sparse in ogni angolo della città: da Castel Sant’Elmo a Piazza S. Domenico Maggiore, passando per Via Benedetto Croce (meglio nota come Spaccanapoli) e Via Luca Giordano nel cuore del quartiere chic del Vomero, senza dimenticare la Stazione Centrale di Napoli.
Insomma è davvero impossibile visitare la città senza assaggiare questo dolce medaglione ripieno.
I napoletani DOC lo gustano sempre in accompagnamento ad una tazza di caffè fumante, mentre i turisti sono soliti mangiarlo anche come “dolce da passeggio”.
Storia del Ministeriale
Pochi conoscono la vera storia del Ministeriale. Questo cioccolatino gigante è la testimonianza di come una storia d’amore possa essere la più grande fonte di ispirazione dolciaria.
Tutto ha inizio nella Napoli di inizio Novecento e più precisamente al Salone Margherita, il primo cafè chantant d’Italia (situato ancora oggi nei sotterranei della Galleria Umberto II). La stella indiscussa a quel tempo era la seducente e talentuosa diva Anna Fougez, nome d’arte di Maria Annina Laganà Pappacena.
L’avvenente ballerina e cantante era una delle donne più desiderate del Paese. Un’icona di stile, una showgirl d’altri tempi capace di far capitolare ai suoi piedi gli uomini più influenti e potenti dell’epoca. Ogni sera, dopo la sua esibizione sul palcoscenico, il camerino era preso d’assalto dai suoi corteggiatori e tra questi c’era anche Francesco Scaturchio.
Il ragazzo fece subito breccia nel cuore della diva perché, a differenza di tutti gli altri, non odorava di sigari e danaro, ma di mandorle e “cose belle”. Per conquistare la sua amata Francesco sapeva bene che non poteva regalarle gioielli preziosi e monili, ma doveva far leva sulle sue abilità e sulla sua inventiva. Fu così che creò in suo onore un cioccolatino gigante a forma di medaglione e ripieno di liquore.
Il dolce pegno d’amore avrebbe dovuto prendere il nome della ballerina “Anna”, ma non sappiamo per quale motivo Francesco cambiò idea. Non è nota la reazione della diva al dono del pasticciere né se i due continuarono la loro liaison. Secondo le fonti, la diva si ritirò dal palcoscenico nel 1940 e si trasferì a Roma, mentre il pasticciere trascorse tutto il resto della sua vita tra sfogliatelle, babà e cioccolata diventando il più famoso della città di Napoli.
L’origine del curioso nome
Oltre ad essere praticamente sconosciuto al di fuori del confini regionali, il Ministeriale ha anche un nome alquanto originale.
Fiero della sua creazione dolciaria, il pasticciere Francesco Scaturchio decise di farlo assaggiare a tutti i membri della nobiltà partenopea finché non ebbe l’idea di proporlo come dolce di corte ai Savoia. Il Re Vittorio Emanuele III accolse di buon grado la sua proposta, ma l’iter burocratico si rivelò più lungo e tumultuoso del previsto e la richiesta passò di ministro in ministro.
Solo 15 anni dopo la pasticceria Scaturchio divenne fornitore ufficiale della Corona e Francesco riuscì a realizzare il suo più grande sogno. Per ricordare le “pene” passate il pasticciere battezzò il suo cioccolatino “Ministeriale“.
Non vi resta che assaggiare questo peccato di gola Made in Naples.
Siamo sicuri che vi conquisterà al primo morso!
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Credit ph: @scaturchioIG
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