Milan Marriott Hotel: un’icona rinasce tra design e gusto.
Viaggio nella nuova era dell’ospitalità milanese tra stile internazionale e sapori autentici d’Italia.
Dalle umili origini di un piccolo chiosco di root beer a Washington, fino al cuore pulsante di Milano: la storia della famiglia Marriott è quella di un impero globale che fa dell’accoglienza un’arte. Oggi, il Milan Marriott Hotel rinasce con un restyling ambizioso, tra design contemporaneo, spazi congressuali all’avanguardia e una proposta gastronomica che celebra le radici siciliane della famiglia Russotti.
Un punto di riferimento rinnovato per chi viaggia per lavoro o per piacere, dove l’eleganza minimal chic incontra i sapori autentici del territorio. Scopriamo insieme questa nuova avventura, guardando anche alle eccellenze culinarie che caratterizzano l’esperienza Marriott nelle più suggestive città italiane.
Alle origini di un impero dell’ospitalità
La storia della famiglia Marriott sembra tratta da un romanzo sull’American dream.
Tutto inizia nell’afosa estate del 1927 a Washington, D.C., quando un giovane J. Willard “Bill” Marriott e sua moglie Alice decisero di aprire un piccolo chiosco di A&W root beer (la tradizionale “birra di radice” analcolica) con appena nove sgabelli. I coniugi Marriott, ispirati dal successo di iniziative simili in altre città, intuirono che quel refrigerio spumeggiante avrebbe potuto conquistare anche la capitale USA. L’idea ebbe da subito un grande riscontro durante i mesi caldi, ma con l’arrivo dell’inverno le vendite calarono: per mantenere vivo il business tutto l’anno, aggiunsero al menu piatti caldi – come tamales e chili con carne – trasformando di fatto il chiosco in un piccolo ristorante ribattezzato “Hot Shoppe”. Era il primo germoglio di una catena di family-restaurant destinata a moltiplicarsi negli anni a venire.
Negli anni ’30 la Marriott Corporation (all’epoca Hot Shoppes, Inc.) cresce rapidamente: J.W. Marriott dimostra un instancabile spirito imprenditoriale, inaugurando drive-in restaurant (tra i primi sulla East Coast) e persino cimentandosi nel catering aereo quando, nel 1936, iniziò a fornire pasti preconfezionati alle compagnie aeree da un piccolo aeroporto vicino Washington.
Nel 1953 Hot Shoppes approda in Borsa e le azioni vanno a ruba in poche ore. Ma la svolta avviene a fine anni ’50: Bill Marriott, da sempre “affamato” di nuove opportunità, decide di buttarsi nell’hôtellerie.
Nel 1957 apre il primo hotel del gruppo – in realtà un motor lodge da auto, il Twin Bridges Motor Hotel ad Arlington, Virginia– seguito poco dopo dal Key Bridge Marriott e da molte altre strutture. È l’alba di un impero alberghiero: nel giro di pochi decenni il cognome Marriott diventa sinonimo di ospitalità a livello globale. Alla morte di J.W. Marriott nel 1985, la sua azienda conta già 143 hotel e 1.400 ristoranti nel mondo (oltre a partecipazioni in parchi a tema e navi da crociera).
Oggi Marriott International è il più grande gruppo alberghiero del pianeta, forte di decine di marchi e migliaia di hotel, ma le sue radici affondano in quella gestione familiare attenta al dettaglio e al cliente. Non a caso, Bill Marriott amava ripetere un motto semplice:
“Prenditi cura dei tuoi collaboratori, e loro si prenderanno cura degli ospiti”.
Una filosofia di ospitalità fatta di calore e standard elevati, trasmessa di generazione in generazione.
Il Milan Marriott Hotel: tradizione di famiglia e nuova vita a Milano
La saga dei Marriott attraversa l’oceano e trova in Italia un terreno fertile, anche grazie a imprenditori locali che ne abbracciano la visione.
È il caso della famiglia Russotti, che da decenni collabora con Marriott portando l’eccellenza italiana nel mondo della catena internazionale. Proprio il Milan Marriott Hotel – aperto nel 1994 e da allora punto di riferimento dell’hotellerie milanese – appartiene al gruppo Russotti Gestioni Hotels (RGH). Dopo oltre trent’anni di attività, questo storico albergo ha recentemente vissuto una trasformazione epocale.
Ora, a giugno 2025 ha riaperto le sue porte sfoggiando un volto completamente nuovo, non ancora terminato in realà, frutto di un importante progetto di restyling che ne sta rinnovando l’identità pur mantenendo salda la connessione con la propria storia.
Il piano di rinascita del Milan Marriott porta la firma dello studio di architettura Spagnulo & Partners ed è pensato anche in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. L’intervento – definito “una trasformazione radicale” – punta a riposizionare l’hotel nel panorama dell’ospitalità milanese, elevandone stile e servizi. Attualmente la struttura è operativa con una prima tranche di lavori completati: la nuova lobby, cuore pulsante dell’accoglienza, è stata completamente ridisegnata in chiave contemporanea e un primo lotto di 180 camere è già stato ristrutturato secondo il nuovo concept “minimal chic”, all’insegna di eleganza sobria e funzionalità moderna.
Le restanti camere e suite – per un totale di 317 unità – verranno rinnovate entro la fine del 2025, portando a compimento il processo di ammodernamento integrale.
Anche sul fronte business l’hotel conferma la sua vocazione storica, rilanciando con spazi tecnologici e versatili.
Fiore all’occhiello della struttura è infatti il suo centro congressi da oltre 3.000 mq, il più grande nel centro di Milano. Due grandi sale plenarie da 400 mq ciascuna, unibili in un unico salone da 800 mq, si affiancano a 14 sale riunioni modulari pronte ad accogliere eventi aziendali e privati di ogni tipo.
Questa dotazione conferma il Milan Marriott come destinazione privilegiata per meeting ed eventi in città, senza però rinunciare all’anima leisure. L’hotel, trovandosi in posizione strategica (tra il quartiere di CityLife, lo stadio San Siro e il polo congressuale MiCo), ambisce a servire tanto la clientela d’affari quanto i turisti, fungendo da elegante porta d’accesso a Milano per ospiti internazionali e non.
La vera novità, tuttavia, è l’apertura dell’hotel verso la città e la dimensione lifestyle. La visione della famiglia Russotti – originaria della Sicilia – è quella di creare non solo un luogo dove dormire, ma un hub polifunzionale vivo tutto il giorno, fruibile anche dai milanesi.
I nuovi spazi comuni sono pensati per essere aperti al pubblico locale, invitando i cittadini ad utilizzare la lobby e le lounge come luoghi d’incontro, lavoro e socialità. Entro fine anno 2025, inoltre, verranno inaugurati nuovi ambienti dedicati alla ristorazione e all’intrattenimento che arricchiranno l’offerta interna.
In primis un urban club con cocktail bar e terrazza affacciata su via Washington, pensato per l’aperitivo serale o un drink dopo cena: uno spazio trendy dall’atmosfera cosmopolita, con ingresso indipendente e formula all-day dining aperta anche alla clientela esterna.
Accanto al club, prenderà vita la nuova sala “Leonardo”, destinata a diventare il cuore dell’esperienza gastronomica del Marriott milanese. Questo ristorante omaggerà esplicitamente le radici siciliane della famiglia Russotti – proprietaria dell’hotel – proponendo i piatti iconici di quella tradizione culinaria, però rivisitati in chiave contemporanea. Dalle arancine allo sfincione, ci si può aspettare un menu che reinterpreti con creatività le ricette isolane, combinando autenticità e modernità. Una scelta che conferma come la ristorazione non sia un semplice complemento, ma parte integrante dell’identità dell’hotel.
Durante la visita alla parte rinnovata, e alle sale congressi ancora in veste di cantiere, la presenza di Pippo Russotti, Managing Director di RGH ha permesso di comprendere a pieno i passi e gli obiettivi:
“La ristrutturazione del Milan Marriott Hotel nasce dalla volontà di rispondere all’evoluzione della città e alle nuove esigenze dei viaggiatori, sia business che leisure. L’obiettivo è trasformare la struttura in «un vero e proprio polo nel cuore di Milano», capace di ospitare grandi eventi grazie al rinnovato centro congressi, ma anche di offrire ai clienti un’esperienza di soggiorno elevata – con camere dal design innovativo e servizi in linea coi più alti standard internazionali”.
Questa filosofia gestionale – coniugare radici italiane e standard internazionali – è da sempre il tratto distintivo del gruppo Russotti e ben s’intona con la tradizione Marriott. Il risultato è un hotel che, pur rinnovandosi nel look e nei comfort, resta fedele allo spirito di accoglienza che lo ha reso negli anni un classico dell’hotellerie milanese.
I sapori locali protagonisti negli hotel Marriott italiani
Se il Milan Marriott celebrerà la Sicilia nel cuore di Milano, l’attenzione alla cucina locale è un filo conduttore che lega molte proprietà Marriott in Italia. D’altronde, la gastronomia è da sempre parte integrante dell’esperienza proposta dalla catena: ogni hotel cerca di integrare le tradizioni culinarie del territorio nel proprio concept, offrendo agli ospiti non solo un alloggio di qualità ma anche un viaggio nei sapori tipici.
Vediamo alcuni esempi chiave – da Roma a Venezia, fino alla stessa Sicilia – di come Marriott declina la ristorazione a “chilometro zero” nei suoi alberghi italiani.
Roma: dalla carbonara capitolina ai tocchi siciliani dello chef Sultano
Nella Capitale, casa di ben quattro hotel a marchio Marriott, la valorizzazione della cucina italiana assume diverse sfumature. Il Rome Marriott Park Hotel, ad esempio, pur essendo pensato per meeting e viaggi d’affari, rende omaggio alla tradizione gastronomica locale attraverso il suo ristorante “La Brasserie”. Qui lo chef propone un menu ricco di specialità italiane – dagli spaghetti alla carbonara ai risotti, fino a selezionati piatti di carne e pesce – tutti preparati a vista in cucina, con materie prime di qualità e rispetto delle ricette originali.
L’atmosfera è quella informale e accogliente di una trattoria contemporanea, impreziosita però da un servizio attento e da una terrazza panoramica affacciata sulla piscina, dove nelle sere d’estate non manca il profumo di pizza cotta nel forno a legnaInsomma, anche in un contesto internazionale, il Marriott Park non rinuncia ai grandi classici della cucina romana e italiana, consapevole che per molti ospiti stranieri gustare una autentica carbonara o una pizza al fresco costituisce un’esperienza memorabile.
Di tutt’altro stile – ma sempre esaltando un forte legame col territorio – è l’offerta gastronomica del nuovo W Rome, boutique hotel di lusso del portfolio Marriott aperto nel 2021. In linea con il DNA cosmopolita e trendy del brand W Hotels, qui la ristorazione diventa un vero laboratorio creativo affidato a un nome d’eccezione: lo chef Ciccio Sultano, celebre patron del ristorante bistellato Duomo di Ragusa. Sultano, orgogliosamente siciliano, porta al ristorante “Giano” del W Rome la sua filosofia di “cucina educata”, una cucina colta e personale che reinterpreta la tradizione isolana in un contesto romano internazionale. La sua è una cucina profondamente radicata nella storia, che però non esita a tradire la tradizione per creare piatti innovativi – in altre parole, piatti con un’anima. In tavola da Giano arrivano così sapori autentici del sud reinterpretati con estro contemporaneo: dalla caponata rivisitata in chiave gourmet, alla pasta con le sarde in versione “da viaggio” (dove le sarde lasciano il posto a freschissime triglie del litorale laziale). Il tutto in un ambiente glamour, con cocktail d’autore e una pasticceria d’ispirazione italiana affidata al pastry chef stellato Fabrizio Fiorani. L’approccio del W Rome dimostra come Marriott sappia anche osare: portare un grande chef siciliano a Roma significa creare un ponte gastronomico tra regioni, offrendo agli ospiti – romani e internazionali – un’esperienza culinaria inedita che fonde il meglio di due culture.
Venezia: orto in laguna e fine dining stellato
All’estremo nord, nella Laguna Veneta, Marriott ha scelto di puntare su un’integrazione totale con il territorio circostante. Il JW Marriott Venice Resort & Spa, inaugurato nel 2015 sull’Isola delle Rose, è un’oasi di lusso contemporaneo immersa nel verde, a pochi minuti di barca da Piazza San Marco. Qui la valorizzazione dei prodotti locali è letteralmente “coltivata in casa”: l’isola privata su cui sorge il resort ospita infatti orti e frutteti curati dallo staff, oltre a un uliveto di 100 piante da cui si ricava un olio extravergine unico nel suo genere.
Il terreno dell’isola, ricco di minerali e nutritivo, conferisce un sapore distintivo ai prodotti coltivati in loco – verdure, erbe aromatiche, agrumi – che vengono impiegati quotidianamente nelle cucine dell’hotel. Fiore all’occhiello è proprio l’olio EVO “Isola delle Rose”, ottenuto con spremitura a freddo delle olive raccolte a mano e utilizzato sia nei ristoranti che nelle degustazioni guidate per gli ospiti. Questa attenzione al km zero raggiunge l’apice nel ristorante gourmet “Agli Amici – Dopolavoro Venezia”, guidato dallo chef stellato Emanuele Scarello (2** Michelin** nel suo locale di Udine). Il ristorante – accessibile con una breve passeggiata attraverso l’oliveto e l’orto, quasi a sottolineare il legame terra-tavola – propone una cucina creativa che utilizza i prodotti dell’isola e del vicino mercato di Rialto, esaltando i sapori lagunari in chiave contemporanea.
L’esperienza viene ulteriormente arricchita da attività come la Sapori Cooking Academy, la scuola di cucina interna dove è possibile imparare a preparare piatti della tradizione (dal tiramisù alla pasta fresca) guidati dagli chef, raccogliendo personalmente gli ingredienti nell’orto dell’hotel. Un approccio olistico, quello del JW Venice, che trasforma la ristorazione in un viaggio sensoriale nel territorio veneziano, tra tradizione, innovazione e sostenibilità.
Siracusa: lusso e tradizione in un palazzo storico
Scendendo di nuovo al Sud, l’integrazione tra hotellerie di alto livello e cucina locale trova un esempio emblematico a Siracusa, dove Marriott è presente con l’Ortea Palace, membro della collezione Autograph. Questo hotel di charme è ospitato in un magnifico palazzo anni ’20 sul mare di Ortigia – l’antico edificio delle Poste – e sin dalla sua apertura ha puntato a far vivere agli ospiti un’immersione nei sapori siciliani.
La giornata all’Ortea Palace inizia con una prima colazione ricca di pasticceria siciliana: cassatine, cannoli, granite e brioche fatte in casa, accompagnate da frutta fresca di stagione a chilometro zero. È un trionfo di dolcezze isolane, presentate in eleganti buffet nella storica sala del Ristorante Il Cortile o sulla terrazza vista mare, per un risveglio davvero autentico. La sera, poi, la scena passa al ristorante fine dining “Incanto”, situato sul rooftop panoramico dell’hotel. Come suggerisce il nome, qui va in scena un’esperienza gastronomica “incantevole”: lo chef propone cucina gourmet contemporanea che attinge a piene mani dai prodotti del territorio – pesce fresco dello Ionio, agrumi e ortaggi degli orti iblei, formaggi e oli dei Monti Iblei – combinandoli con creatività e tecnica sopraffina.
“Incanto” offre una vista da incanto proprio sul Porto Piccolo di Siracusa e un menu degustazione che reinterpreta i classici siciliani in chiave moderna, mantenendo però intatti i profumi e l’anima della cucina locale. Dalla rivisitazione del tonno alla ghiotta alle variazioni sull’aragosta di Siracusa, ogni piatto racconta una storia isolana. Per chi preferisce un pasto più informale, il ristorante Il Cortileal piano terra serve invece piatti mediterranei e regionali in un ambiente elegante, permettendo di gustare ad esempio un piatto di pasta alla Norma o un fresco insalata di mare preparati con ingredienti locali di alta qualità. In sintesi, all’Ortea Palace la ristorazione non è un semplice servizio, ma parte integrante del concept: l’hotel vende l’esperienza Sicilia, fatta di arte, mare e – immancabilmente – ottimo cibo.
Giardini Naxos: sapori di Sicilia in riva al mare
Rimanendo in Sicilia, ma spostandoci sulla costa orientale, un altro esempio notevole di gastronomia locale in chiave Marriott si trova ai Giardini Naxos, vicino Taormina. Qui il gruppo Russotti gestisce il Delta Hotels by Marriott Giardini Naxos, resort quattro stelle affacciato sulla splendida baia di Naxos. Fin dal benvenuto, gli ospiti percepiscono l’atmosfera autentica siciliana: un drink di mandorla o limone e il sorriso ospitale del personale introducono a un soggiorno dove la parola d’ordine è territorialità.
Il ristorante principale, “La Sciara”, è un omaggio dichiarato alla tradizione locale. La sala combina un’elegante atmosfera contemporanea con dettagli tipici (maioliche colorate, piante di agrumi) e offre una vista mare impareggiabile. In questo contesto, gustare una cena diventa un viaggio tra i sapori isolani: “Godetevi una cena in un’autentica atmosfera siciliana, con vista sul mare, show cooking e i delicati aromi della cucina tradizionale – tutto questo nell’elegante ristorante gourmet La Sciara, uno dei migliori ristoranti della Sicilia” annuncia con orgoglio Marriott. E in effetti, dal vivo, la promessa è mantenuta. Ogni sera, gli chef della Sciara si esibiscono ai fornelli a vista preparando piatti iconici come la pasta con le sarde, la parmigiana di melanzane o il pesce spada alla ghiotta, sotto gli occhi incuriositi degli ospiti. I profumi di finocchietto selvatico, agrumi e origano riempiono l’aria, mentre in sottofondo si sente magari una musica tradizionale.
L’esperienza culinaria prosegue anche fuori dal ristorante principale: al Brezza Beach Bar, direttamente sulla spiaggia privata, è possibile assaporare durante il giorno granite artigianali alla mandorla o al gelso e spuntini leggeri a base di specialità regionali, il tutto con i piedi nella sabbia e lo sguardo sull’Etna fumante in lontananza.
A bordo piscina, invece, il Fluido Pool Bar & Terrace invita a rinfrescarsi con cocktail alla frutta locale e a provare piccoli assaggi – dalle panelle palermitane a insalate con arance di Sicilia – per un pranzo informale ma genuino. Infine, la sera si può optare per un’altra esperienza: il ristorante “Panarea”, che offre cene dal taglio più internazionale ma sempre create con ingredienti freschi siciliani. Panarea, con la sua ampia sala fino a 400 coperti, è perfetto anche per banchetti, matrimoni ed eventi, confermando come la cucina locale possa essere declinata anche in contesti di grande scala senza perdere autenticità. In sintesi, al Marriott Giardini Naxos ogni momento della giornata è accompagnato da un assaggio di Sicilia – che sia un dolce cannolo a colazione, un piatto di busiati al pesto trapanese a pranzo o un calice di Nero d’Avola al tramonto.
Marriott a braccetto con la cultura enogastronomica del Bel Paese
Da questo excursus emerge chiaramente come Marriott abbia abbracciato in pieno la cultura enogastronomica italiana, integrandola nei suoi hotel da nord a sud.
Il merito è anche di partner come Russotti Gestioni Hotels, che in qualità di primo e principale franchisee Marriott in Italia (5 strutture tra Roma, Milano, Venezia, Giardini Naxos e Siracusa) ha saputo coniugare la visione globale del brand con le eccellenze territoriali del nostro Paese.
Il gruppo RGH, guidato da Pippo Russotti, ha investito negli anni per portare avanti un approccio che unisce radici italiane e standard internazionali di alto livello, facendo sì che ogni hotel Marriott in Italia offra un’esperienza profondamente local e al contempo perfettamente allineata alle aspettative di una clientela mondiale.
Dalla lobby al menu del ristorante, il viaggio è coerente: c’è il design e il servizio di un grande marchio internazionale, ma c’è soprattutto un’anima locale che pulsa in ogni dettaglio – sia esso un ingrediente tipico nel piatto o un racconto sulla storia della famiglia fondatrice.
In definitiva, l’esperienza Marriott in Italia si arricchisce di sapori, profumi e tradizioni che rendono unico ogni soggiorno: perché, in fondo, un viaggio riuscito è fatto anche di memoria gustativa. E Marriott sembra averlo capito sin dalle sue origini, quando un boccale di root beer poteva già trasformare un semplice cliente in un ospite felice!
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