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Pizza napoletana: un patrimonio tra tradizione e disciplinare

L’arte della pizza napoletana nel mondo: missione dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani

Il Campionato Mondiale del Pizzaiuolo a Napoli, con gare sulla pizza napoletana.

Dal 3 al 5 giugno 2025, Napoli ospita il 22° Campionato Mondiale del Pizzaiuolo, organizzato dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani presieduta da Gianluca Pirro. L’evento celebra la pizza napoletana, Patrimonio UNESCO, e raduna oltre 500 partecipanti da tutto il mondo.

Una grande festa internazionale che valorizza tecnica, passione e tradizione, dall’impasto classico alle spettacolari gare acrobatiche.

La pizza napoletana è un’icona gastronomica mondiale, con radici profonde nella cultura partenopea. Nel corso di oltre due secoli, questa specialità nata nei vicoli di Napoli ha conquistato tutti i continenti, pur rimanendo fedele a regole e ingredienti codificati.

Esiste infatti un disciplinare ufficiale che definisce i parametri della “Verace Pizza Napoletana”: l’impasto tradizionale si prepara solo con farina di grano tenero tipo “00” (eventualmente tagliata con farina tipo “0”), acqua, lievito di birra e sale; per la farcitura si utilizzano pomodori pelati o pomodorini freschi, olio extravergine d’oliva, basilico fresco e mozzarella – fior di latte dell’Appennino campano o mozzarella di bufala campana DOP.

Le varianti classiche riconosciute dal disciplinare sono essenzialmente due: la Marinara (con pomodoro, aglio e origano) e la Margherita (pomodoro, mozzarella e basilico) – quest’ultima proposta anche nella versione “extra” con mozzarella di bufala.

Fondamentale è la tecnica di lavorazione e cottura: il pizzaiolo deve stendere a mano il disco di pasta (senza ricorrere al matterello) e cuocerlo in un forno a legna ardente. La temperatura del forno raggiunge circa 485 °C, e la pizza cuoce in soli 60-90 secondi. Questo brevissimo passaggio sul suolo rovente conferisce alla pizza napoletana le sue qualità uniche: un cornicione leggermente gonfio e dorato, punteggiato da piccole bruciature (detto leoparding), e un centro sottile, morbido ed elastico.

Dopo la cottura, la vera pizza napoletana risulta morbida, elastica e facilmente piegabile “a portafoglio”, con il caratteristico sapore sapido e fragrante dato dal cornicione ben lievitato. Queste caratteristiche, fissate nel disciplinare STG (Specialità Tradizionale Garantita), distinguono la pizza partenopea da qualsiasi altra variante regionale o internazionale.

L’arte del pizzaiuolo napoletano: passione, tecnica e riconoscimento UNESCO

A dare vita alla pizza, però, sono i suoi artigiani: i pizzaiuoli napoletani. La loro abilità, affinata in decenni di esperienza tramandata di generazione in generazione, è stata ufficialmente riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO nel 2017. Questo riconoscimento sottolinea come l’arte del pizzaiuolo napoletano non sia solo un insieme di ricette, ma un vero sapere artigianale con una forte valenza sociale e culturale.

Vale la pena chiarire che “pizzaiuolo napoletano” non è un’identità legata esclusivamente alla nascita geografica, bensì una qualifica tecnica. In altre parole, chiunque nel mondo può diventare un pizzaiolo napoletano autentico se ne apprende i segreti e le procedure tradizionali.

Come spiega Gianluca Pirro, presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, sottolineando come la porta sia aperta ad appassionati di ogni provenienza:

“Essere pizzaiuolo napoletano non è un’identità territoriale, ma una competenza tecnica.

Certo, serve una passione enorme, ma la passione da sola non basta senza la tecnica: solo unendo cuore e abilità si sforna una vera pizza napoletana”.

Esiste quindi un connubio imprescindibile tra amore per il mestiere e padronanza dei gesti.

Questa combinazione di passione e tecnica ha permesso alla tradizione napoletana di attecchire anche lontano da Napoli. Oggi esistono maestri pizzaioli formati secondo i canoni partenopei in ogni angolo del pianeta, dalle Americhe all’Asia. Non a caso, l’UNESCO ha voluto proteggere proprio i gesti, i rituali e lo spirito di comunità che i pizzaioli napoletani incarnano, riconoscendo in questa figura un simbolo dell’identità e della creatività italiana.

L’Associazione Pizzaiuoli Napoletani: tradizione che si diffonde nel mondo

A farsi custode e ambasciatrice di questa antica arte è l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani (APN), realtà nata a Napoli nel luglio 1998 proprio con l’obiettivo di preservare e promuovere il mestiere del pizzaiuolo.  Fin dalla sua fondazione, l’APN si è posta il compito di tutelare il lavoro dei pizzaioli, tramandarne l’arte alle nuove generazioni e valorizzarne la professionalità. Per l’associazione, infatti, la pizza non è soltanto un alimento gustoso ma “il simbolo identitario di un popolo”, un patrimonio culturale vivente da difendere.

La missione dell’APN si articola in diversi ambiti: formazione, eventi e promozione internazionale. Attraverso la Pizzaiuoli School, l’associazione organizza corsi professionali dove aspiranti pizzaioli – spesso giovanissimi, talvolta provenienti dall’estero – imparano dai maestri napoletani le tecniche, i metodi e i rituali di un’arte secolare.

“Ogni anno formiamo decine di nuovi pizzaioli, molti anche stranieri, trasmettendo non solo le ricette ma una filosofia di lavoro”

racconta Pirro, evidenziando l’impegno didattico. L’APN riunisce inoltre centinaia di pizzaioli e pizzerie affiliate, creando una rete di professionisti che condividono standard di qualità e amore per la vera pizza napoletana.

Uno degli scopi chiave dell’associazione è diffondere la pizza napoletana e l’arte del pizzaiuolo a livello internazionale. Gianluca Pirro, che oltre a presiedere l’APN è in prima linea nell’organizzazione di eventi, sottolinea con orgoglio come la popolarità globale della pizza napoletana sia esplosa negli ultimi anni:

“Oggi troviamo una pizzeria napoletana in quasi ogni grande città del mondo. Dalla Corea al Brasile, dal Sudafrica al Canada, c’è una comunità di pizzaioli formati secondo la nostra tradizione”.

Questa diffusione capillare è frutto anche dell’opera di promozione dell’APN, che collabora con istituzioni e partner internazionali per portare ovunque la cultura della vera pizza. Un esempio significativo è la presenza di delegazioni estere nelle competizioni organizzate dall’associazione, segno di come il sapere napoletano abbia oltrepassato ogni confine.

Il Campionato Mondiale del Pizzaiuolo: Napoli capitale globale della pizza

Il fiore all’occhiello delle attività APN è senza dubbio il Campionato Mondiale del Pizzaiuolo – Trofeo Caputo, una spettacolare competizione annuale che richiama a Napoli i migliori pizzaioli del mondo. Nato nei primi anni 2000, il Campionato è cresciuto fino a diventare uno degli appuntamenti più attesi nel panorama gastronomico internazionale. L’unico Campionato Mondiale del Pizzaiuolo si svolge a Napoli, la città dove la pizza è nata e regna sovrana, e proprio per questo ogni edizione attira l’attenzione mediatica globale e migliaia di appassionati.

Negli ultimi anni l’evento si è evoluto ulteriormente. Inizialmente abbinato al grande festival pubblico del Napoli Pizza Village, dal 2025 il Campionato si svolge in autonomia, con una tre-giorni interamente dedicata alle gare professionali. Questa scelta organizzativa – presa per dare maggiore risalto all’aspetto tecnico rispetto allo show – riporta al centro la figura dei pizzaioli in competizione, facendo del livello tecnico il motore principale della manifestazione.  Il risultato è una kermesse che i concorrenti vivono non solo come sfida agonistica ma anche come una festa di condivisione, focalizzata però sulla maestria artigianale.

Edizione dopo edizione, i numeri sono cresciuti a dismisura, rispecchiando la fama planetaria della pizza napoletana. Nell’appuntamento di quest’anno (3-5 giugno 2025, Mostra d’Oltremare di Napoli) sono attesi oltre 500 pizzaioli provenienti da più di 100 Paesi, pronti a sfidarsi per il titolo in varie categorie. Si tratta di una partecipazione davvero globale, che conferma la centralità di Napoli nel mondo della pizza e vede schierate delegazioni da ogni angolo del pianeta (Europa, Asia, Americhe e oltre).

Categorie in gara: tradizione, creatività e acrobazia

Uno degli aspetti più interessanti del Campionato Mondiale del Pizzaiuolo è la varietà di categorie di gara, pensate per abbracciare sia la tradizione classica sia le nuove tendenze creative. Nel 2025 le categorie ufficiali sono 12, a testimonianza di come la manifestazione sia cresciuta integrando nuove sfide.

Eccole di seguito:

  1. Pizza Napoletana S.T.G. – Trofeo Caputo (la gara regina, dedicata alla pizza tradizionale secondo il disciplinare STG)

  2. Pizza Contemporanea (impasti innovativi, tecniche moderne e presentazioni creative)

  3. Pizza Americana (stile “american pizza”, ispirata alle varianti diffuse negli Stati Uniti)

  4. Pizza Classica (interpretazione libera della pizza all’italiana non vincolata dal disciplinare STG)

  5. Pizza di Stagione (ricette che valorizzano ingredienti stagionali)

  6. Pizza in Teglia (pizza al taglio cotta in teglia, tipica da forno)

  7. Pizza Pinsa/Metro/Pala (categorie dedicate a formati alternativi: la pinsa romana, la pizza “a metro” e la pizza alla pala)

  8. Pizza Senza Glutine (impasti e ricette gluten-free)

  9. Pizza Juniores (categoria riservata ai giovani pizzaioli emergenti)

  10. Pizza Fritta (l’antica tradizione napoletana della pizza fritta, ripiena o no)

  11. Pizze Acrobatiche – Pizza più larga, Velocità, Stile libero (gare di abilità: dal pizzaiolo che stende il disco di pasta più grande alla competizione di velocità, fino alle spettacolari esibizioni free-style)

  12. Pizza & Vino (novità introdotta nel 2025: abbinamento tra pizza e vino, che premia la competenza del pizzaiolo anche nel campo enogastronomico)

Le categorie acrobatiche aggiungono un tocco di spettacolo puro: vedere i pizzaioli lanciare e roteare i dischi di pasta in aria lascia il pubblico con il fiato sospeso, ma dietro l’intrattenimento c’è una disciplina rigorosa. Le gare acrobatiche sono divertimento e adrenalina, ma anche tecnica allo stato puro e richiedono allenamento costante, coordinazione e creatività.

“Mostrano un lato inedito del nostro mestiere, quello atletico, che però rafforza le abilità di ogni pizzaiolo anche nel lavoro quotidiano”.

Allo stesso tempo, l’introduzione di nuove categorie riflette l’evoluzione del settore: dopo aver aggiunto negli ultimi anni prove sulla Pizza Fritta e sulla Pizza Contemporanea, proprio nel 2025 debutta la categoria Pizza & Vino, pensata per valorizzare l’abilità di abbinare la creazione del forno con un buon calice.

L’attenzione alle nuove tendenze non fa perdere di vista la tradizione: molti giovani pizzaioli amano sperimentare con impasti ad alta idratazione e cornicioni più pronunciati – il cosiddetto stile “canotto” – oppure con consistenze più croccanti, ma la pizza napoletana classica resta il riferimento assoluto e mantiene intatta la sua fama. In altre parole, innovare va bene, ma senza tradire lo spirito autentico. Ed è proprio su questo equilibrio che si gioca buona parte della creatività in gara al Campionato.

Una passione globale: dal Giappone all’America

A rendere veramente “mondiale” il Campionato non è solo il numero di partecipanti, ma lo spirito di amicizia internazionale che vi si respira. I pizzaioli arrivano a Napoli dopo aver superato selezioni nei rispettivi Paesi (le cosiddette Caputo Cup organizzate dall’APN in tutto il mondo), portando con sé culture diverse ma un’unica passione comune.

Nelle squadre in gara figurano professionisti da ogni latitudine: dal Giappone alla Corea del Sud, da tutta Europa, dagli Stati Uniti, dall’America Latina e perfino dall’Oceania.  In particolare, spicca il ruolo del Giappone, nazione che vanta una vera e propria venerazione per la pizza napoletana. Da anni i pizzaioli giapponesi studiano a Napoli e tornano in patria per aprire pizzerie e diffondere la tradizione, con risultati eccellenti.

Non a caso, nelle recenti edizioni del Campionato i concorrenti asiatici hanno spesso trionfato: nel 2023 il titolo di Campione del Mondo nella categoria STG è stato vinto dal coreano Jun Hwan Yu, mentre il trofeo della Pizza Contemporanea è volato in Giappone grazie alla pizzaiola Madoka Shibamoto.  Come hanno osservato gli organizzatori, ciò “è il segno che la pizza si sta imponendo nelle cucine di tutto il mondo”, avendo ormai conquistato anche l’Asi.

Come conferma anche Pirro quindi il Giappone è uno dei punti di forza a ogni edizione, ma l’elenco delle nazioni entusiaste potrebbe continuare a lungo. Dagli USA (dove l’ondata della Neapolitan pizza ha rivoluzionato la scena delle pizzerie gourmet) ai Paesi europei, l’arte del pizzaiuolo napoletano crea connessioni ovunque. Emblematico il fatto che al Campionato Mondiale del Pizzaiuolo 2025 sia prevista persino una gara a squadre nazionali, il “Trofeo delle Nazioni”, in cui team di diversi Paesi si sfidano fianco a fianco rafforzando lo spirito di amicizia oltre le barriere linguistiche.

Quello del pizzaiolo napoletano è dunque un mestiere antico che continua a rinnovarsi, mantenendo però un filo diretto con la sua storia. Manifestazioni come il Campionato Mondiale del Pizzaiuolo, organizzato dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, dimostrano come una tradizione locale possa diventare un fenomeno globale senza perdere autenticità. Anzi, proprio mettendo a confronto diverse interpretazioni – dalla pizza verace più semplice alle creazioni contemporanee più audaci – si celebrano la ricchezza e la versatilità di un piatto che unisce tutti.

“La pizza napoletana ha questa magia: riesce a mettere d’accordo persone di culture diversissime, perché parla un linguaggio universale fatto di gusto e convivialità”

riflette Gianluca Pirro in chiusura della nostra intervista. Il sogno condiviso da APN e dai pizzaioli è che questo linguaggio possa persino favorire la pace: un “giro di pizza” per abbattere muri e diffondere amicizia tra i popoli. Non è solo retorica – lo si è visto concretamente nelle ultime edizioni, dove concorrenti di nazioni lontane stringevano amicizie sincere tra i forni. Chissà che un giorno non si possano vedere, come auspicano gli organizzatori, pizzaioli di Paesi in conflitto impastare fianco a fianco, uniti dal comune amore per la pizza.

In definitiva, la storia dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e del suo Campionato Mondiale è la storia di una passione che dal cuore di Napoli ha saputo conquistare il mondo, una pizza alla volta, senza mai dimenticare le proprie origini.

E il forno a legna di Napoli, acceso in questa competizione, continua a illuminare simbolicamente una via di dialogo e sapore che abbraccia il mondo intero!