La cucina è conivialità. La cucina è un po’ come un’orchestra. “Quando si suona si interpreta lo spartito” diceva Gualtiero Marchesi. E come per la musica – dove note uguali nell’esecuzione possono suscitare emozioni diverse – così in cucina ingredienti simili possono dare risultati differenti. Pentola e fornelli sono sì luogo di materia ma spesso anche di cultura: sapori, ingredienti e storie, identità e origini si fondono tra loro contaminandosi. La convivialità che nasce intorno al piatto e alla tavola permette condivisioni impossibili altrove.
Ecco perché secondo lo chef Philippe Léveillé la cucina è comunità.
Il cuoco ne parlerà domenica 2 settembre alle 14,45 a Sarzana durante la XV edizione del Festival della Mente, nell’intervento a due voci La cucina è convivialità con il giornalista enogastronomico e direttore editoriale di Slow Food Marco Bolasco.
In cucina si mescolano sapori, ingredienti, storie, identità e origini, ma anche squadre di lavoro sempre più internazionali e multietniche. Inoltre, per definizione, la cucina produce un altro luogo di incontro, quello fra piatto e tavola: qui la comunità prende forma dalla convivialità e permette scambi e condivisioni altrove impossibili.
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